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Padre Maurizio, fra Maurizio come lui amava firmarsi, legge questo editoriale da dentro il cuore di Dio dove adesso sta vivendo la vita stessa di Dio, che è tutto e solo Amore.

Sorella morte, come la chiamava Francesco d’Assisi, gli ha fatto incontrare il Padre giovedì 11 aprile alle ore 20:21.

Maurizio ha sempre creduto che solo l’Amore ha ragione, che solo l’Amore è la ragione per cui vivere, incontrare, accogliere, ascoltare, condividere pensieri e sentimenti degli altri e progettare come rispondere al bisogno di amore di tutti.
Questo “Amore che ha ragione” Maurizio l’ha sempre contemplato nel volto del suo Signore Gesù, al quale ha donato tutta la sua vita di frate cappuccino e di sacerdote.

Maurizio sapeva farsi carico, col suo cuore grande e con la sua rara intelligenza, del bisogno di sentirsi amate che le persone gli condividevano. Potevano essere i suoi frati o le persone in povertà: amava tutti con la stessa tenera paternità.

Cavaliere Padre Maurizio

Da buon ingegnere edile sapeva che ogni risposta d’amore a una richiesta d’amore va strutturata concretamente… Mi viene da sorridere se penso che “concrete” in inglese significa calcestruzzo, cioè un impasto di pietrisco, sabbia e cemento usato per costruire gli edifici…

Strutturare concretamente una risposta d’amore ha significato per Maurizio offrire ai suoi poveri prima di tutto la sicurezza di essere accolti qui e ora, la certezza che non sarebbero stati rimbalzati a qualche altro ente o ufficio. L’Amore offre stabilità, offre fedeltà.
Dalla accoglienza immediata e rassicurante è scaturita poi la scelta di fare bene il bene, di farlo al meglio possibile.

Raccogliendo l’eredità di Fra Cecilio e dei frati che gli sono succeduti, Maurizio ha perseguito metodicamente il progetto di rendere Opera San Francesco capace di promuovere una carità organizzata, che permetta ai Poveri di essere serviti come vorremmo servire Gesù stesso, che offra a ogni persona un luogo dove poter credere di essere ancora una donna, un uomo, di avere una dignità!

Maurizio ha raccolto l’intuizione fondamentale che questo “luogo” è il cuore e il volto di ogni volontario, di ogni volontaria che sono chiamati, insieme ai dipendenti, a dire con i loro gesti: “Tu sei un uomo, tu sei una donna come me, tu mi appartieni!”.
O per dirla con le parole di Fra Cecilio: “Lo sai che il Signore ti vuole bene?”.

Questa presa di posizione del cuore e del pensiero, perché come ci ha detto il nostro Arcivescovo Mario “siamo ancora autorizzati a pensare”, stringe insieme credenti e non credenti e fa accadere quello che a me piace chiamare “un miracolo a Milano”: più di mille volontari in servizio, più di centomila donatori.

Forse per questo OSF è stata da qualcuno definita una “azienda della carità “, sapendo che il nostro unico profitto è il sorriso dei nostri ospiti, è il loro riscatto dalla solitudine e dalla disperazione.

Mi piace ricordare che Maurizio ha gestito fino all’ultimo OSF insieme ai frati che attualmente hanno il dono di servire in Opera: Fra Daniele, Fra Vittorio, Fra Domenico, Fra Marcello.

Vogliamo raccogliere la tua eredità, Maurizio, vogliamo custodirla e farla fruttare con la tua stessa passione. Noi Frati Cappuccini ci siamo, ma abbiamo bisogno dell’impegno e della passione di tutti/e: volontari, dipendenti, donatori e sostenitori di OSF. Perché come è appartenuta a te, adesso OSF appartiene a noi.

Ancora una volta: buona strada Presidente…sulle vie del Cielo!

E continua a pregare per ognuno, ognuna di noi.

firma fra marcello

fra Marcello Longhi

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