Pubblicato il 29 Giugno 2020 Dopo una delle mie recenti e “forzate” apparizioni in una intervista televisiva uno dei nostri benefattori mi scrive: “Caro Fra Marcello, l’ho vista in tv ma se mi permette devo farle un piccolo richiamo. Lei ha parlato con passione delle vostre due Mense, ma con la stessa passione lei dovrebbe anche raccontare di tutto il bene che fate nel vostro Poliambulatorio di via Antonello da Messina. È vero che la vostra prima opera è stata la Mensa, ma adesso le cure mediche dispensate al Poliambulatorio sono preziose e necessarie tanto quanto il cibo!” Questo giusto suggerimento mi ha riportato alla memoria il volto di un uomo che ho incontrato nella sala di attesa del nostro Poliambulatorio. Due occhi nerissimi e profondi nei quali mi sembrava di leggere il pudore e forse un po’ di vergogna di trovarsi lì con il suo bambino che credo avesse mal di denti, sapendo di non avere i soldi per farlo curare da un dentista “normale” come fanno tutti gli altri papà… La vergogna del papà si è sciolta in un sorriso quando il suo bambino è stato chiamato per nome da una delle nostre operatrici sanitarie che lo ha invitato ad entrare accennando un abbraccio… Credo che fra Cecilio possa essere orgoglioso di questa sua infermiera, e possa essere orgoglioso di come il suo piccolo studio medico, ricavato nel seminterrato della prima mensa inaugurata nel 1959, si è evoluto. Nel 1997 lo “stanzino del dottore” si espande fino ad occupare le sei vetrine della ex libreria Paravia in Via Nino Bixio 33, con la regia di Fra Giorgio Pozzi. La gente ricorda ancora le lunghe file delle persone che attendevano sul marciapiede di essere ricevute. C’era bisogno di spazi più ampi e di un contesto più accogliente, e così nel 2008 i Frati Cappuccini riuniti in Capitolo decidono di destinare un’ala del loro convento di Via Antonello da Messina al nuovo Poliambulatorio di OSF, che verrà realizzato sotto la direzione di Padre Maurizio Annoni e inaugurato il 10 giugno del 2010. Grazie all’impegno degli oltre 200 medici volontari e di chi offre il suo tempo all’accettazione e alla selezione farmaci, grazie al nostro eccezionale personale dipendente oggi possiamo assicurare quasi tutte le cure specialistiche di cui hanno bisogno i nostri pazienti in difficoltà. Durante la fase acuta della pandemia siamo riusciti a tenere comunque aperti i nostri servizi anche se a ranghi ridotti: siamo passati da 150 a circa una ottantina di visite al giorno, attrezzandoci con un percorso dedicato ad eventuali pazienti con sintomatologia Covid. Abbiamo vissuto giorni molto difficili a causa della impossibilità di reperire i presidi sanitari che ci erano disperatamente necessari, ma anche qui la Provvidenza non ci ha abbandonati e al momento giusto sono arrivati donatori privati e aziende che ci hanno tenuto in piedi. Vorrei far arrivare a tutti coloro che ci hanno aiutato in quei giorni, e continuano ad aiutarci, il Grazie più sincero da parte dei nostri pazienti e di tutta “l’orchestra del Poliambulatorio”. Sì, perché a volte quando esco ho come l’impressione di aver partecipato ad un concerto in cui ognuno ha eseguito splendidamente la sua partitura! Nel Vangelo di Giovanni (cap. 5, vv. 6-7) leggiamo: “Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina…” In Poliambulatorio chi vuol guarire, anche se non ha soldi per curarsi, troverà sempre chi si prenderà cura di lui con la tenerezza di Gesù e del suo fra Cecilio! fra Marcello Longhi