Pubblicato il 21 Settembre 2020 A sancire il rapporto tra OSF e i suoi volontari ora c’è anche un patto: poche righe che contengono però gli importanti valori che “le due parti” devono condividere perché la relazione sia fruttuosa e soddisfacente. È questa una delle piccole novità introdotte recentemente da fra Giuseppe Fornoni, coordinatore dei volontari di Opera San Francesco per il quale formazione e ascolto del volontario sono davvero alla base di tutto. “Ciò da cui sono partito, insieme a chi mi aiuta in questo progetto di lavoro, è il ruolo fondamentale del volontario. Opera esiste e può fare ciò che fa solo grazie a loro. Io ricopro il ruolo di coordinatore solo da un anno, ma la loro importanza mi è parsa da subito chiara. Prima di me, sono stati sempre i frati da almeno un decennio a essere coordinatori: ciò dimostra quanto abbiamo a cuore chi dedica a OSF e ai poveri parte del proprio tempo. Dopo questo primo periodo in OSF, ho riscontrato sia il bisogno di tornare a motivare i nostri volontari, che quello di sancire nuovamente con un “patto” la scelta che ognuno di loro ha fatto più o meno recentemente. Così è nato questo breve documento che rinnova una decisione che non è per nulla scontata. Tra i pochi punti presenti – Accettare e rispettare i princìpi di Opera San Francesco per i Poveri: “assicurare primaria e gratuita accoglienza alle persone bisognose di vitto, vestiti, igiene personale e di cure mediche per ridare dignità e speranza attraverso la condivisione e la solidarietà” – è senza dubbio quello fondante, accettando il quale, vengono poste le solide basi per tutto il resto. Sono state inoltre rimesse a fuoco alcune richieste di carattere pratico e organizzativo che permettono di garantire continuità e professionalità dei servizi: turnazione, durata del periodo di volontariato, continuità sono alcuni degli aspetti presi in considerazione. O ancora, il ruolo basilare dei referenti che d’ora in poi saranno due per ogni turno per favorire collaborazione e coinvolgimento anche con il responsabile del servizio. Per garantire sempre il massimo dell’entusiasmo e della motivazione inoltre, i volontari potranno cambiare servizio: una novità che permetterà anche di conoscere al meglio la realtà di OSF nella sua totalità. Vorremmo invitare tutti i volontari a vivere Opera come una grande famiglia e per questo ci siamo impegnati in prima persona organizzando durante l’anno 5 incontri di formazione supportati dalla stessa scuola di counseling che ci ha già supportato durante il lockdown. Chiaramente è un’opportunità gratuita e volontaria per offrire un cammino di crescita soprattutto personale e non solo come volontario. Ci saranno persone che lavorano in tutti i servizi e questo sarà utile al confronto e alla conoscenza reciproca. Proprio in questi giorni abbiamo incontrato circa 600 volontari, ci sono voluti la chiesa e più incontri in vari giorni per organizzarci e con piacere devo dire che i riscontri sono molto positivi. Molti mi hanno detto di non conoscere bene OSF e di essere felici di poterne sapere di più. Tra le tante testimonianze mi ha colpito quella di un medico che ha prestato servizio al Poliambulatorio per molti anni, in una mail ha scritto che per lui quelli trascorsi in Opera sono stati anni bellissimi, ma che ora gli sembrava giusto lasciare il posto ad altri. “Lascio OSF con l’animo pieno di riconoscenza”. Accanto alla formazione e ai patti poi, ci sono anche gli importantissimi momenti di “ricreazione”: per giugno è prevista una grande festa e stiamo anche pensando la domenica di lasciare la Mensa aperta per i volontari: un’ulteriore occasione di incontro anche informale. E questo per tutti i volontari: gli ordinari come li chiamiamo noi, i volontari aziendali e il gruppo di giovani che sta piano piano crescendo”.