fbpx

“Sergio, guarda che non potrai andare in giro ancora per molto vestito così: viene il freddo!”. “Preócüpes no! Ho un carissimo amico che sa come scaldarmi… si chiama fra Vinello, tel cuniùset?”. Non posso trattenere un risata… “Dai Sergio, fa no’l bamba – gli rispondo nel mio improbabile milanese – promettimi che ti prenoti per il guardaroba da fra Domenico: devi cambiare l’abbigliamento!”. “Non sono mica come te: ho il fuoco dentro!”, e se ne va ridendo.

Effettivamente, molti dei nostri ospiti hanno un “fisico bestiale”, ma tanti altri avranno bisogno del nostro servizio guardaroba. Abbiamo acquistato circa mille paia di scarpe pesanti da uomo e da donna, seicento sacchi a pelo e coperte per chi dormirà fuori. A richiesta forniremo cappelli, sciarpe, guanti, felpe col cappuccio, calzamaglie e, incredibile a dirsi nella metropoli milanese, anche candele per chi vive negli edifici senza corrente e si scalderà anche in questo modo.

Il Comune di Milano avvierà a novembre il piano antifreddo che dovrebbe offrire circa 2.700 posti letto al caldo per i senza dimora, in collaborazione con la Caritas e numerose Associazioni del terzo settore.

Speriamo di poter evitare quest’anno i morti dell’anno scorso, tra i quali un nostro tesserato: perché a Milano di fame non si muore, ma di freddo sì e questo deve far pensare!

Non dimentichiamo quei singoli o quelle famiglie che per motivi economici dovranno risparmiare sul metano perché, come se non bastassero le conseguenze del Covid, sono arrivati anche gli aumenti delle bollette di gas ed energia elettrica.

Sarà un inverno in cui avremo bisogno di accendere un altro riscaldamento, quello del cuore.

Abbiamo bisogno di riscaldare le nostre relazioni, di spendere di più in affetto concreto e silenzioso. Abbiamo bisogno di immettere calore umano nei nostri pensieri e nelle nostre scelte operative, abbiamo bisogno di stare vicini, anche portando la mascherina, davanti al fuoco della solidarietà intelligente.

Abbiamo bisogno di aumentare la temperatura della cura reciproca, così da non lasciare che nessuno geli da solo.

Fra Cecilio ci teneva a trasportare velocemente il pentolone della minestra dalla cucina alla portineria, dove la distribuiva, perché rimanesse più calda possibile!

Come vorrei che le mani dei frati, dei dipendenti e di tutti i volontari di OSF fossero particolarmente calde nei giorni freddi che verranno, come vorrei che ancora di più lo fossero i cuori, i pensieri e i progetti! 

Un sogno: che nei mesi più gelati ogni convento, ogni famiglia, ogni single ospitasse una persona senza fissa dimora per un periodo, anche breve…fosse pure per qualche notte!

Una raccomandazione, infine: attenti a non prendere freddo!

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è firma-fra-marcello-osf-1024x360.jpg

fra Marcello Longhi

Seguici sui social network