Pubblicato il 25 Luglio 2021 Sentiamo sempre più frequentemente, purtroppo, racconti di donne abusate, fisicamente e psicologicamente. Nel nostro paese quello della violenza sulle donne è un grave problema e le ospiti che usufruiscono dei Servizi di Opera San Francesco, già provate dalla povertà e da altre difficoltà, non ne sono esenti, spesso costrette a subire anche questo tipo di violenza. Per questo, quando l’associazione Libere Sinergie ha presentato a OSF e al suo Presidente fra Marcello Longhi, il progetto Donne in panchina, Opera lo ha valutato con entusiasmo e ha deciso di sostenerlo finanziariamente. È cominciata così la collaborazione tra queste due realtà che hanno entrambe a cuore il benessere dei propri ospiti. Silvia Cattafesta, vice Presidente di Libere Sinergie, sollecitata dal nostro Presidente, ha messo a disposizione le proprie competenze a favore di OSF e delle “sue donne” e da circa 6 mesi viene chiamata per assistere, sostenere e consigliare ospiti che appaiono in difficoltà, incontrandole nello spazio adiacente alla chiesa di OSF. Dopo questa prima esperienza “a chiamata”, Silvia è stata per la prima volta in Mensa per farsi conoscere dalle ospiti e spiegare loro che potevano contare su di lei. Ma ha notato una certa titubanza, dunque ha ritenuto necessario “arrivare” a queste donne anche in un altro modo: così verrà posta a breve una locandina con tutte le informazioni in modo che le ospiti possano chiamare in caso di bisogno. Le professioniste che lavorano all’interno di questa Associazione, impegnata a contrastare gli stereotipi e la violenza sulle donne, con il progetto “Donne in panchina” si siedono letteralmente sulle panchine rosse da loro dipinte in città, mettendosi a disposizione di chiunque senta la necessità di un aiuto, soprattutto donne. Anche se a volte può essere rischioso, il progetto andrà avanti perché si è creata una rete di supporto anche da parte delle istituzioni e dei centri antiviolenza del Comune di Milano. “La cosa migliore è esserci, andare loro incontro, fargli capire che non sono sole e che non devono continuare a subire per paura, per questo avrò uno spazio vicino alla Mensa per incontrare e parlare con queste donne. Ricordiamoci infatti che solo il 12 per cento delle donne maltrattate denunciano, il resto è sommerso. Ma quello che abbiamo pensato è comunque un buon modo per familiarizzare e far sapere che ci teniamo alla loro serenità ma soprattutto che OSF, attraverso di noi, si occupa di loro. Sono stata solo una volta in Mensa, perché abbiamo appena iniziato, quindi è ancora troppo presto per dare un giudizio complessivo però mi sento di dire che, oltre alla diffidenza iniziale e assolutamente comprensibile, le ospiti di OSF mi hanno anche dimostrato gratitudine per aver dedicato loro un’attenzione esclusiva, qualcosa che non si aspettavano”.