Pubblicato il 26 Ottobre 2022 In questi giorni tutti i giornali forniscono dati sull’aumento della povertà: la Caritas nel suo Rapporto 2022 registra un aumento del 18,7% rispetto al 2021 di persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto/Servizi. L’inverno che ci attende si annuncia complicato. E noi nelle nostre Mense stiamo assistendo a un aumento degli ospiti, dopo mesi di assestamento o leggero calo. In questo contesto difficile il 13 novembre ricorrerà la sesta Giornata mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco. Nel suo messaggio, reperibile nel sito del Vaticano, Francesco ci invita a porci una domanda irriverente: “[…] la povertà di Gesù Cristo è la nostra fedele compagna di vita?” Come si fa a dire una cosa simile? Perché mai dovremmo aspirare a vivere una vita povera? Accanto a una “povertà che uccide”, che va definita come “miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse“, e che ovviamente non va desiderata nè augurata a nessuno, esiste anche una “povertà che libera”, “quella che si pone dinanzi a noi come una scelta responsabile per alleggerirsi della zavorra e puntare sull’essenziale”. Come si permette il Papa di invitarci ad alleggerire la nostra vita? E da che cosa? Francesco ha davanti agli occhi una persona particolare, Gesù, che sceglie di non gareggiare in ricchezza e sfarzo con i potenti del suo tempo, non sfrutta le sue capacità per fare denari sul bisogno della povera gente, non compra l’amicizia e l’amore. Insieme a Gesù possiamo pensare a tante donne e uomini di buona volontà che hanno amato l’umanità a partire dai meno fortunati. Come non ricordare Francesco d’Assisi? Gesù spende la sua vita “perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza”. Stiamo vivendo giorni molto difficili, in cui la preoccupazione per le difficoltà economiche causate dalla guerra ci riempie di ansia e mette alla prova la nostra speranza. Ci accorgiamo che per far fronte alla paura per il futuro abbiamo bisogno sì dei soldi per pagare le bollette, ma ancora di più abbiamo bisogno di un Amore che ci rassicuri e ci dia la forza di non cedere alla tentazione demoniaca della violenza che cancella ogni dignità e ogni ragionevole diritto. La compagnia delle persone in povertà ci aiuta a tenere in equilibrio i nostri pensieri. “Incontrare i poveri permette di mettere fine a tante ansie e paure inconsistenti, per approdare a ciò che veramente conta nella vita e che nessuno può rubarci: l’amore vero e gratuito. I poveri, in realtà, prima di essere oggetto della nostra elemosina, sono soggetti che aiutano a liberarci dai lacci dell’inquietudine della superficialità“. Queste parole di Francesco possono scandalizzarci, anche farci arrabbiare, ma se le lasciamo depositare nella nostra coscienza ci accorgiamo che contengono una nuova saggezza, una nuova visione della vita che ci fa respirare un’aria diversa, che ispira nuovi progetti di convivenza per un futuro umano, sostenibile, pacifico. I nostri più di mille Volontari, i nostri Dipendenti, i nostri Sostenitori con la loro opera silenziosa contribuiscono a costruire questo futuro… La Mensa di corso Concordia di Opera San Francesco sarà aperta Domenica 13 novembre: volete venire a pranzo con noi e con i nostri ospiti? Tutte le informazioni per farlo nell’articolo seguente. Il Signore ci dia pace! fra Marcello Longhi