Pubblicato il 23 Febbraio 2023 63 anni, egiziano, dal 1990 Mohammed vive in Italia. Ha sposato un’italiana ma ora è divorziato da parecchi anni. Lo incontriamo al Servizio Docce dopo essersi lavato. È un periodo di grande freddo a Milano, e avere il sollievo di una doccia calda aiuta a sopportare una giornata in strada. “Sono professore di educazione fisica, ho fatto l’università in Egitto. Ho lasciato il mio paese per migliorarmi. In Egitto avevo una vita normale, appena dignitosa, quella di una famiglia con 8 figli. Volevo stare meglio. Prima sono stato in Grecia. Poi sono partito per l’Italia e ho raggiunto Milano. Qui ho cominciato a fare il pizzaiolo e il cuoco. Per fare l’insegnante di ginnastica avrei dovuto trasformare la mia laurea in una italiana ma avrei dovuto studiare 3 anni e… chi mi avrebbe mantenuto nel frattempo? Non avevo soldi. Fino all’anno scorso ho lavorato nei ristoranti, stavo bene. Poi ho avuto problemi di salute, di cuore. Ed è cambiato tutto. Non sono italiano perché non sono ancora riuscito ad ottenere la cittadinanza. Sono scoraggiato, ogni anno devo rinnovare il permesso di soggiorno. È difficile avere un rapporto lavorativo continuativo per diversi anni e quindi i requisiti necessari per cercare di diventare cittadino italiano. In tutto ho 25 anni di contributi ma non bastano per la pensione e allo stesso tempo alla mia età nessuno mi vuole a lavorare. Ora sto in un dormitorio. Sono da 5 mesi senza lavoro. Ho risparmiato un po’ dopo il divorzio, ma ho speso tutto per sostenere la mia seconda moglie che ora vive in Egitto. Ora non posso nemmeno andare a trovarla. Non è una bella situazione. L’ultima occupazione che ho avuto è stata una delusione, non mi hanno pagato quel che mi dovevano. È tutto difficile, è tutto temporaneo, tutto. Anche la mia salute. Menomale che ci siete voi che mi aiutate per i problemi di cuore al Poliambulatorio. E ora vengo anche qui alle Docce per lavarmi una volta in più e alla Mensa. Ma solo adesso che non sto lavorando, se ce la faccio, lascio il posto a qualcun altro che ha più bisogno”.