Pubblicato il 27 Ottobre 2023 Nel mese di ottobre Opera San Francesco in collaborazione con il Museo dei Bambini (MUBA) di Milano ha proposto ai bimbi un laboratorio intitolato “Il valore delle cose”. Attraverso un gioco di ruolo abbiamo provato ad insegnare ai piccoli il valore del denaro e delle cose che con il denaro si possono comprare, per arrivare a far loro scoprire il senso e la bellezza di una donazione gratuita a favore dei più poveri. A noi frati di OSF è stato chiesto di introdurre l’attività con una breve presentazione. È stato per me divertente scoprire che la maggioranza dei bambini presenti non sapeva chi fosse un frate. Ho raccontato che Francesco d’Assisi, l’inventore dei frati, pur essendo molto ricco si era accorto che con i soldi non si possono comprare le cose che ci fanno essere felici. “Bambini, il papà e la mamma voi li avete comprati in qualche negozio?”: “Nooooo!”.“Il vostro migliore amico o la vostra migliore amica l’avete pagata perché vi volesse bene?”: “Ma nooooo!”.“Al vostro cagnolino o al gatto voi date dei soldi perché vi facciano le feste quando arrivate a casa?”: “Ma cosa dici?”. “Allora aveva proprio ragione San Francesco: con il denaro si possono comprare tante cose belle, ma non quelle più importanti per essere felici. Le persone a cui vogliamo bene, l’affetto, l’amore, le coccole non si comprano! Possiamo solo riceverle come un dono gratuito e anche noi ridonarle gratis!”. E ho continuato dicendo che gli operatori di Opera San Francesco ce la mettono tutta per donare gratuitamente affetto ai nostri ospiti in povertà, regalando loro i pasti, la doccia, i vestiti, le scarpe, le cure mediche, il tempo per chiacchierare… Mentre parlavo avevo davanti una bimba coi capelli a caschetto accoccolata per terra in braccio a sua mamma. Mi accorgevo che stava seguendo attenta le mie parole. Quando ho finito l’ultima frase mi ha sorriso con gli occhi e mi ha detto: “Posso abbracciarti?”Mi sono sentito come investito da una folata di vento e mi è venuto un coccolone potentissimo. “Ma certo che puoi!”. La bimba ha lasciato la mamma e mi è corsa incontro.Ho accolto il suo abbraccio, l’ho sollevata come una sposa e sono riuscito solo a dirle “Grazie! Grazie!”. Sentivo il groppo alla gola farsi sempre più stringente e le lacrime che stavano arrivando… Me la sono stretta un attimo e poi l’ho restituita alle braccia della sua mamma. Mentre i bimbi sciamavano verso l’uscita del MUBA mi sono detto: “Frate, l’abbraccio di questa bimba è l’abbraccio di Dio per te. Dopo questa coccola non chiedere più niente e vai avanti con quel sorriso!”. Sono tornato in convento in moto e mi sembrava di volare sulle ali del vento… fra Marcello Longhi