Pubblicato il 18 Dicembre 2023 Mancano ormai pochi giorni al Natale e ognuno di noi si prepara a viverlo secondo le proprie tradizioni e consuetudini. Anche in OSF: si allestiscono i presepi, si pensa al menù del pranzo per gli ospiti, ai turni dei volontari da coprire durante le vacanze. Siamo stati nei nostri Servizi e abbiamo chiesto a una volontaria, a un frate, a un ospite e a un donatore di Opera San Francesco come trascorrerà il 25 dicembre e cosa si aspetta da questa ricorrenza. Persone molto diverse tra loro, unite però da OSF. Lidia, una volontariaLidia è una bella e sorridente volontaria dal 2017. Ha iniziato la sua esperienza al Centro Raccolta. Quando però, dopo il lockdown c’è stato bisogno di aiuto alle Docce e Guardaroba, è andata in questo Servizio che si trovava in emergenza nell’estate del 2020. “Il cambiamento mi è servito per capire come lavorare meglio al Centro. E l’esperienza è stata così positiva che sono rimasta. Quindi ora ho un doppio ruolo. Natale lo trascorro in famiglia, sono sposata e ho un figlio, e con la mamma di 81 anni. Sta bene e vive da sola ma comincia ad avere qualche acciacco e ho capito che mi devo godere ogni momento con lei… vorrei coccolarmela il più possibile durante le feste. Ci tengo molto. Cosa mi aspetto dal Natale? Mi piacerebbe un po’ più di bene intorno a noi. Ce n’è poco. È scontato forse ma serve consapevolezza di ciò che abbiamo, della fortuna di cui godiamo ogni giorno. E mi sembra di non vederne.” Domenico, un frateDomenico è un volto noto per chi segue OSF. È responsabile del Servizio Docce e Guardaroba da anni. È conosciuto per far rispettare le regole e per la sua gentile schiettezza. “Il Natale è la giornata della fraternità e noi frati viviamo a pieno la sua liturgia. Poi ci sono gli aspetti di convivialità: al pranzo di Natale parteciperà tutta la comunità, una trentina di frati più un ospite speciale, il nostro Giacinto (un ex ospite di OSF, poi diventato dipendente che ora, ormai anziano, vive in un ricovero). Cosa si mangia? Di certo c’è il panettone con il mascarpone! – ci dice ridendo – l’importante non è il menù. Per San Francesco il Natale era pregno di significato e lo viveva intensamente. Quest’anno ricorrono anche gli 800 anni del presepe di Greccio da lui voluto. Per questa fine 2023 e per il futuro mi auguro che la nostra presenza tra i poveri continui così come adesso, la mia in particolare. Sia con i poveri che con i volontari. Con le fatiche di ogni giorno ma insieme, presenti”. Amin, un ospiteAmin è un giovane egiziano con un buon carattere che frequenta da qualche tempo il Guardaroba. Scherza con fra Domenico e ringrazia OSF e i volontari per l’aiuto ricevuto. Dice di non conoscere bene l’italiano, ma non è vero. Si fa capire e parla speditamente. “Purtroppo adesso lavoro solo il fine settimana, sono un pizzaiolo. La casa è in affitto. Ce la caviamo. Mia moglie al momento non lavora ma sta studiando l’italiano. A noi piace stare qui in Italia, gli italiani sono brava gente. Penso che siamo tutti di cultura mediterranea, ci somigliamo. Non c’è differenza come dicono. Io sono musulmano, noi non festeggiamo il Natale ma viviamo qui. E quindi diventa una festa importante anche per noi. È bello vedere la gente felice quel giorno. Io di solito lavoro al ristorante e sto tra famiglie che condividono cibo e gioia ed è gioia anche per me. Io desidero la pace per tutti, come per la mia famiglia che sta per crescere: nascerà una bimba ad aprile. Sono molto felice. Non vedo l’ora”. Enzo, un donatoreIl signor Enzo è un donatore di Opera San Francesco. Ogni tanto chiama l’Ufficio donatori di OSF per chiedere informazioni ed è per questo che abbiamo pensato di telefonargli noi per una volta. Una bella occasione per fargli gli auguri di Natale e fare quattro chiacchiere. “Natale per me è un momento sacro. Ci tengo molto a trascorrerlo in famiglia, con mia moglie e le mie figlie. Spero ci siano tutte e anche il nipote. Non mi interessa andare chi sa dove e fare cose particolari. Mi piace stare a casa tutti insieme. Amavo molto anche partecipare alla Messa di mezzanotte. Da qualche anno non vado più, un peccato. Ci sono tante cose futili in questo periodo dell’anno, il consumismo… io preferisco donare quel che posso a OSF. Mi fido molto dei frati. Noi donatori con la nostra generosità vi diamo una mano, ma siete voi di Opera San Francesco a essere il vero motore di questo bene. A fare la grossa parte. Cosa vorrei per Natale quest’anno? A me davvero non manca nulla, la tranquillità e la salute sono molto, sono tutto. E io le ho. Non mi aspetto nulla. Sono altri ad avere concretamente bisogno. A loro dobbiamo pensare”.