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Voce giovanile e molto entusiasmo. Al telefono il signor Angelo, ancora oggi che sta per compiere 80 anni, ha solo belle parole per i Servizi di Opera San Francesco di cui ha usufruito più di 60 anni fa. Vive ad Anzio ma di Milano non si dimentica perché è stato qui quando aveva tra i 15 e 20 anni. “Sono arrivato al nord con uno di quei treni che venivano dal sud. Sono nato a Roma, ma i miei genitori erano di Solopaca in Provincia di Benevento. A 15 anni ho dovuto lasciare la scuola, avevo frequentato solo il primo anno di ragioneria. Poi ho rimediato da adulto e mi sono laureato, ma ai tempi non avevamo i mezzi per gli studi. Avevo un fratello a Milano, molto più grande di me, era poliziotto, per questo decisi di venire qui. Ero ragazzo e anche un po’ indocile e lui non si sentiva di prendersi la mia responsabilità e mi rispedì da mia madre a Benevento ma io, testardo, sono ritornato a Milano senza dirgli niente finché non ho trovato un lavoro che mi rendesse autonomo e mi consentisse finanche qualche lira da spendere. Ricordo che, quando ci incontrammo, volli assolutamente pagare la cena. Lui capì il mio gesto e se ne compiacque. Sono rimasto a Milano fino a quando sono partito per il militare. Tornai poi a Solopaca. C’era qualcosa da fare: il Diploma di Ragioneria, da privatista. Per tutti quegli anni l’ho avuto sempre in mente, fin quando avevo dovuto lasciare la scuola. Mio fratello mi diede una mano.

In OSF sono venuto tre volte per la Mensa, me lo ricordo perfettamente. Lavoravo nei ristoranti così almeno avevo di che mangiare due volte al giorno ma spesso rimanevo senza lavoro, ero giovane, inesperto e spesso reagivo malamente a come mi trattavano. Finivo i soldi e non avevo nemmeno una lira per un panino. Ricordo in particolare un aneddoto di quando avevamo, io e un mio amico, un colloquio all’allora Hotel Plaza per un impiego, ma l’appuntamento era al pomeriggio, e noi avevamo fame, molta fame. Allora, tutti vestiti bene, siamo andati da fra Cecilio che ci ha dato il minestrone e lo sfilatino, anche un secondo giro! Credo fosse chiaro che eravamo proprio affamati. Mi sembra di rivederci, noi due vestiti bene tra gli altri poveri. E ricordo anche che lui intonò un padre nostro con una voce che mi sembrava fosse un po’ stridula.

Sono stati tempi molto duri, ma li ricordo lo stesso con piacere. Ora la mia vita è cambiata. Sono riuscito a laurearmi a 37 anni in Psicologia, prima ho lavorato in grandi ditte come contabile ma poi ho continuato a studiare e ho fatto ciò che veramente volevo. Ho lavorato nelle Asl per oltre vent’anni e l’esperienza vissuta è stata preziosa, anche e soprattutto quella legata ai momenti più dolorosi. Perché è in questi frangenti che si capisce quanto grande sia l’animo umano, se persone come fra Cecilio o chi ne segue le orme, dedicano la vita a rattoppare gli strappi e le ferite che l’avidità insipiente di una società egoista produce nelle coscienze e nelle carni di molti. Ora sono in pensione da ormai 15 anni. Non vi ho mai dimenticato, tempo fa mi è arrivata della vostra pubblicità e quando ho potuto vi ho sostenuto. E ora a 80 anni ho deciso di venire lì e fare il volontario per un giorno, il giorno del mio compleanno.
Mi ricordo di quello che ho passato, ho vissuto tempi duri, potevo incattivirmi, invece ho scelto un’altra strada”.

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