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Zakaria ha appena finito di “rifornirsi” al Guardaroba. A servirlo è stato Francesco e non è stato semplice. Intanto aveva il 45 di scarpe, e non ne trovavano nemmeno un paio che andassero bene. Poi cercava tutti gli indumenti neri: giacca, pantaloni e camicia. Quando ci abbiamo chiacchierato un po’ per farci raccontare la sua storia abbiamo capito perché. Ha appena terminato di lavorare come guardia di sicurezza fuori da un negozio e deve vestirsi tutto scuro. Era un contratto breve e ora cerca un’altra posizione simile.

“…Ma con una paga giusta, mi davano meno di 5 euro all’ora, questa è mafia. Ho sentito che il salario minimo è di 9 euro l’ora. Quindi come è possibile? Perché è permesso questo? Non è giusto”.

Zakaria è parecchio arrabbiato e ci spiega che ogni lavoro che trova è mal pagato. Ancora minorenne è arrivato in Calabria con la sua famiglia e ha frequentato lì le scuole dell’obbligo. Poi ogni impiego trovato è stato in nero. Per questo da un mese, ora che ha 29 anni, ha deciso di venire a Milano. Per trovare un lavoro che sia retribuito in modo equo.

Ma per ora ha avuto solo delusioni. Solo paghe misere. Grazie alle quali non può permettersi una casa sua. Ora sta da un amico e deve pagare una quota ma non è la soluzione ideale.

Io voglio lavorare ma non voglio essere sfruttato”. Una richiesta legittima.

Ci mostra la app che utilizza per candidarsi alle posizioni di lavoro che trova on line. È molto organizzato, sveglio e determinato. Per risparmiare viene anche in Mensa a mangiare. Ora andrà anche a prendere un appuntamento con lo Sportello lavoro per avere qualche possibilità in più. Quando lo salutiamo e gli facciamo “l’in bocca al lupo” per la sua ricerca, ci dice però che preferisce non mostrarsi in volto e dunque non vuole essere fotografato. Ha paura che qualcuno in un prossimo luogo di lavoro lo possa riconoscere.

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