fbpx

Sono le 20.30 e devo incominciare a invitare con dolcezza i nostri ospiti a concludere la cena in vista della chiusura della Mensa. Un ospite italiano nostro fedele frequentatore mi guarda con aria assorta: “Frate, lo sai quali sono le cose più importanti nella mia vita?”, mi avvicino incuriosito. “La salute, l’intelligenza, la fede!”. A questo punto mi siedo davanti lui e gli chiedo di spiegarmi. “Dai, sulla salute non c’è da spendere troppe parole. Certo, a me sta andando bene, anche se non so dirti fino a quando. Gli anni passano per tutti. Se ti ammali è un casino: dove li trovi i soldi per curarti, per pagare il ticket delle visite, per i farmaci… ma per adesso non è un mio problema. E poi quando sarà, verrò da voi in Ambulatorio!”. Ride sereno.

“Avere l’intelligenza e usarla invece è una faccenda molto più complicata! Ci conosciamo un pochino, modestamente credo di essere una persona intelligente, ma quando ripenso alle scelte che ho fatto nella mia vita devo riconoscere che mica sempre l’ho usata. Un conto è quello che ti dice la testa, un conto è quello che viene su dalla pancia. Ci sono i ragionamenti e poi ci sono i piccoli o i grandi fallimenti, la rabbia, gli abbandoni ingiusti, i giudizi degli altri che ti spaccano le ossa, le solitudini che fanno male, le delusioni, le fughe… Avrei voluto riuscire a essere più razionale, a lasciarmi aiutare da chi vedeva la mia situazione dall’esterno, ma non è andata così. Ma a forza di legnate qualcosa ho capito! Quel po’ di intelligenza che ho mi sta aiutando a gestire le mie cose e a stare fuori dalle storie di violenza che ci sono sulla strada. Frate, non sai quanta violenza c’è in giro, anche tra noi povera gente…”.

“E poi c’è la fede. Io non ce l’ho su con il Padre eterno, non è mica colpa sua quello che mi è successo. Ma voglio credere che almeno Lui sia onesto e buono, che legga con sincerità quello che c’è nel mio cuore, che veda quello che faccio io e quello che mi fanno gli altri e che giudichi con giustizia. Almeno Lui! Voglio credere che Lui ogni mattina si ricordi di me, che condivida le mie fatiche e le mie paure, che veda i miei piccoli gesti di amore, che ascolti le mie preghiere e i miei sfoghi. Se penso che Lui ci sia, mi sento meno solo. E poi tu mi dici che Lui ci perdona tutto: e questo mi fa tanto bene, mi fa sentire ancora “ün bel fiö”! Però tu frate dovresti raccontarmi più spesso di Quello là sopra…”.

Scoppiamo a ridere tutti e due, mi permette di prendergli il vassoio da mandare in cucina, ci salutiamo e lui va.

“Dovresti raccontarmi più spesso di Quello là sopra”… Mentre cammino verso il convento mi tornano in mente le parole di Papa Francesco, che interpretano il pensiero di Fra Cecilio: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria» (Evangelii Gaudium, n. 200).

Mi sembra di risentire la voce di Cecilio: “Lo sai che il Signore ti vuole bene?”.

Spero che tutti voi abbiate potuto riposarvi un po’. Opera San Francesco grazie ai nostri meravigliosi Volontari e Dipendenti non si è fermata in agosto: i tanti “grazie” dei nostri Ospiti hanno ricompensato tutta la fatica! Insieme ai nostri Donatori continuiamo a stare vicini alla nostra gente che ci chiede aiuto ma soprattutto un po’ di Amore.

fra Marcello Longhi

Seguici sui social network