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Il Comune di Milano ha ristrutturato e riaperto due settimane fa le docce pubbliche di Via Pucci, 25 per gli uomini e 5 per le donne. È un servizio prezioso rivolto a chi non può farsi la doccia in casa propria, posto che abbia una casa e possa avere l’acqua calda…

Opera San Francesco offre da sempre la possibilità di farsi la doccia in un ambiente pulito, igienicamente sicuro e anche profumato: abbiamo 7 box doccia, accogliamo 105 persone al giorno, uomini e donne in orari diversi.

Sul volto di alcuni degli ospiti che si lavano da noi mi è capitato di leggere l’imbarazzo e la vergogna. Ricordo la storia di Achille.

Italiano italianissimo, una brutta separazione alle spalle, due stanze in affitto, la depressione combattuta fin che ce l’ha fatta, il lavoro saltato, l’affitto non pagato, la strada. Qualche periodo ospitato in casa di amici, ma poi l’ospite è come il pesce…puzza.

“Quando sei in strada lavarti diventa un problema. A dire la verità, il primo problema è che non hai voglia di farlo. Ti sembra che non ne valga la pena, che non te lo meriti più… tanto a cosa serve? A chi può interessare che io sia pulito e in ordine? Gli altri ti guardano male lo stesso, evitano comunque di avvicinarsi, di guardarti in faccia. Te ne accorgi quando sali sul tram o sulla 54: si libera subito un posto… 

Se c’è una bella giornata puoi provare a cercare una fontana pubblica, una di quelle che la gente chiama vedovelle.
Se riesci a trovarla libera, incominci a toglierti di dosso la roba sporca e non è semplice neanche appoggiare i vestiti da qualche parte: sullo zaino, per terra…

La gente che passa incomincia a guardarti con disprezzo, una signora bofonchia: “Come si permette questo di denudarsi davanti a tutti, ci sono i bambini: guarda che schifo, come riducono la città! È un’indecenza!”.

Per la verità mi stavo lavando a pezzi: almeno un residuo di vergogna mi è rimasto. Vorrei rispondere alla signora che non piace neanche a me lavarmi così: se avessi una casa e un bagno mio non le darei più fastidio. Ma per ora devo arrangiarmi come posso…

Una volta alla settimana vado a farmi la doccia in Tricolore. Qui è tutta un’altra storia. C’è gente che prima di tutto non ti guarda con aria schifata: mi riconoscono con un sorriso, mi salutano chiamandomi per nome, l’ambiente è caldo e luminoso, posso sedermi sulle panche bianche, ci sono gli attaccapanni per appendere la mia roba, mi danno il flaconcino di doccia schiuma, il telo doccia bianco e pulito e dentro ci trovo la maglietta, gli slip e le calze della mia misura. L’acqua è calda e abbondante e non mi fanno troppa fretta. E alla fine mi offrono anche un po’ di acqua di colonia… Le prime volte la rifiutavo, poi mi hanno detto che anch’io sono una persona bella e mi merito qualche goccia di profumo…mi sono quasi commosso, mi sono sentito voluto bene! Non ero più abituato. Quando esco su Corso Concordia e sento il profumo che mi porto addosso mi sembra di poter guardare in faccia la gente, salgo più volentieri sull’autobus e nessuno si sposta. Una doccia non mi cambia la vita: è l’accoglienza dei volontari invece che spesso mi spinge a tenermi su, a prendermi cura della mia persona, a non lasciarmi andare, altrimenti mi rimproverano perché a loro dispiace davvero!”.

Grazie ad Achille per la sua confidenza, grazie a Fra Domenico responsabile del Servizio Docce e Guardaroba, grazie ai nostri meravigliosi Volontari e Dipendenti!
Grazie a tutti coloro che ci sostengono e non perdetevi gli eventi del nostro “Insieme a San Francesco oggi” per il mese di ottobre a lui dedicato.

fra Marcello Longhi

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