Pubblicato il 18 Dicembre 2024 Oggi alle Docce per le donne c’è una coccola in più: le signore che verranno a lavarsi avranno la possibilità di scegliere un giaccone pesante per l’inverno. Luzvi ne approfitta e, dopo aver fatto la doccia calda e aver asciugato i capelli, va a vedere quale le piace di più. Le volontarie le consigliano, prima di uscire, di darsi ancora un colpo di phon: “Se esci con la testa umida, poi ti ammali”. Luzvi è peruviana, è una signora minuta, gentile e molto sorridente, nonostante tutto. Ha 67 anni. Ci racconta che viene a lavarsi qui per fare una doccia in più. Frequenta anche la Mensa con il marito, ora malato di cuore che non può più lavorare. Era metalmeccanico. Vivono in una casa con altre persone, hanno solo una stanza. “Abbiamo solo la pensione minima di mio marito, 350 euro. Lui è qui da 24 anni, io da 13, l’ho raggiunto dopo. Per anni siamo stati lontani. Dopo il suo infarto però è stata dura. Io lavoro quando trovo, faccio delle ore dalle signore. Siamo in difficoltà. Ma in Perù era peggio. Lì abbiamo 3 figli, due lavorano, l’altra no e anche loro ci dicono di non tornare”. Quando chiediamo a Luzvi di raccontarci com’era il Natale nel suo paese, piange: “Mi fai piangere. Stavamo tutti insieme. Bastava quello. Non serve altro. Ora non li vedo da tre anni”. Quest’anno, il giorno di Natale andranno da una signora italiana loro vicina di casa. Luzvi le darà una mano a preparare tutto per il pranzo e poi si unirà ai suoi parenti. Così da non essere sola con il marito. Perché non sia un giorno triste. Ma forse lo sarà ugualmente. Ci tiene a ringraziare Opera San Francesco per l’aiuto che le ha dato e le offre tutt’ora: “Mi sono anche curata da voi al Poliambulatorio quando sono caduta tempo fa”. Prima di tornare a casa, si sistema per bene, si pettina e regala ancora sorrisi e auguri alle volontarie che l’hanno seguita. È una piccola comunità femminile quella del mattino alle docce, dove si respira una sincera solidarietà. Tutti i giorni, non solo sotto a Natale.