Pubblicato il 25 Gennaio 2024 Maurizio va alla Mensa di piazzale Velasquez tutti i giorni. O quasi. Qui lo conoscono in tanti perché è considerato una specie di saggio che dispensa brevi massime e pensieri che scherzosamente sono stati ribattezzati “i pizzini di Maurizio”. Per lo scorso Natale è stato realizzato in OSF anche un calendario “interno” con i suoi pensieri. Noi lo abbiamo incontrato prima delle feste, dopo aver pranzato. È un bel signore curato di 72 anni. Ci racconta di essere nato a Mantova ma di vivere a Milano da sempre dove i suoi genitori si sono trasferiti da subito per lavorare. La sua storia fa capire come, purtroppo, talvolta, anche persone insospettabili possano trovarsi in difficoltà e avere bisogno di aiuto concreto. Maurizio infatti è un designer. Ha lavorato per anni al Centro stile dell’Alfa Romeo. Ci spiega che nella sua area venivano ideati e progettati i nuovi modelli. Un lavoro appassionante che gli dava soddisfazione. Per ricoprire quella posizione ha prima frequentato la facoltà di Architettura al Politecnico di Milano e poi lo IED. Già a quei tempi, era una scuola di specializzazione abbastanza costosa, e lui ebbe la fortuna di essere “sponsorizzato” dalla sua azienda per accedervi. “Sono stato sposato e ho una figlia di 40 anni. Ma non so quasi niente di lei ormai. Abito a Quarto Oggiaro e vengo qui in OSF perché con la pensione minima, 560 euro, non ci vivi. E io solo questo ho: quando l’Alfa Romeo ha iniziato a licenziare eravamo 24mila dipendenti. Io avevo quasi 50 anni a quei tempi. Sono rimasto a casa e non c’è stato più niente da fare. Era un lavoro specialistico il mio e non ho più trovato nulla. Sono rimasto fregato. Pago 220 euro di affitto. Vengo qui per risparmiare.Anche a Natale c’ero”. Gli chiediamo della figlia, se conosce la sua situazione: “Non vedo mia figlia. Non credo sappia come sto ma…cosa cambia?”. Inutile consigliargli di contattarla. O di frequentare i centri anziani della città per trascorrere dei pomeriggi con altre persone e non in solitudine. “Mi piacciono gli scacchi ma non voglio andare in nessun posto. Preferisco leggere e fare la Settimana enigmistica. Da solo.” Se vuoi aiutare concretamente chi, come Maurizio, ha difficoltà a sostenere le spese della vita di ogni giorno, come le bollette o l’acquisto di cibo per pranzo e cena, DONA ORA! Anche un piccolo gesto può dare serenità a chi ha perso la speranza.