Pubblicato il 14 Dicembre 2025 Alessandro è arrivato al Centro Raccolta di OSF dopo un periodo personale in cui sentiva il bisogno di restituire qualcosa. Designer di formazione, abituato a ritmi intensi e creativi, cercava un luogo dove fare un gesto concreto, semplice e utile. Ed eccolo a selezionare e organizzare gli indumenti che saranno consegnati agli ospiti al Servizio Guardaroba: un lavoro silenzioso ma essenziale, che permette a chi non ha nulla di ricevere abiti puliti e dignitosi. È anche volontario in un servizio docce di un’altra realtà d’aiuto e “conosce” i poveri. Non immaginava la quantità di persone che vivono in grave difficoltà, né la varietà delle loro storie. Ci sono anziani che non ce la fanno più, persone che hanno perso tutto, uomini e donne con fragilità psicologiche o dipendenze, persone che arrivano stanche, che chiedono cose semplici: un paio di scarpe della misura giusta, una felpa pulita, un cambio di intimo. “Quando sei qui dentro – racconta – capisci davvero quanta sofferenza c’è nella nostra città. Ed è impressionante”. Di OSF lo colpisce soprattutto la cura: niente è improvvisato, tutto è ordinato e pulito, ogni capo viene controllato, piegato, preparato con attenzione. “La gente da fuori spesso immagina altro. Invece qui c’è organizzazione, rispetto. Si vede che ci tenete a trattare bene le persone. E questo fa tutta la differenza”. Il volontariato, per lui, è diventato anche uno spazio di riflessione: ogni turno gli ricorda quanto sia fragile l’equilibrio delle vite, quanto possa bastare poco a far precipitare una persona nella povertà. “Non puoi uscire da qui senza interrogarti”, dice. Il suo desiderio per questo Natale?“Quando penso al Natale… mi chiedo come sia possibile che nel 2025 siamo ancora messi così, con così tante persone che soffrono. Vorrei che ce ne accorgessimo di più, che non ci voltassimo dall’altra parte. E questo è ciò che chiedo al Signore nelle mie preghiere”.