Un sms di quattro parole: “È morto il Papa”. La sensazione di un battito del cuore mancato, di un respiro sospeso. La conferma della televisione, e il tuo viso grande e sorridente. Sciolto il groppo alla gola, si diffonde piano piano nella mente e nel cuore l’eco delle tue ultime parole pubbliche pronunciate con fatica e slancio: “Cari fratelli e sorelle, Buona Pasqua!”.

Gesù con il suo Amore fino alla fine è passato attraverso il buio del male e della morte, abbandonandosi fiducioso nelle braccia del Padre.
Così tu, Papa Francesco, con la forza della tua fede e del tuo sorriso hai accolto Sorella Morte e sei passato alla Vita di Dio, che ci hai insegnato ad amare come Padre della Misericordia.
La tua fede forte, serena, sorridente, ha generato la tua umanità dolcissima e ci aiuta a non piangerti come uno “scomparso”: tu adesso vivi nel cuore di Dio, e in Lui tu rimani con noi. 

Mi piace pensare che, come Francesco d’Assisi, tu ci stia dicendo: “Io ha fatto la mia parte meglio che ho potuto: Gesù vi insegni a fare la vostra, ma muovetevi, non balconeate e non perdete tempo in chiacchiere!”.
Com’era travolgente ed entusiasmante la tua urgenza di amare non a parole o con la lingua, ma con i fatti e nella verità (vd. 1 Gv 3,18). Il tuo modo di voler bene non ammetteva alibi.
Per questo al termine del Giubileo della Misericordia (2015-2016) hai voluto inaugurare la Giornata Mondiale dei Poveri perché in tutto il mondo la tua Chiesa insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà diventasse segno chiaro e concreto dell’affetto di Gesù per gli ultimi e i più bisognosi, i suoi preferiti.
Dopo aver meditato sul tuo primo Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri del 2017, Opera San Francesco ha deciso che il miglior modo di celebrarla sarebbe stato quello di aprire le sue Mense anche in quella Domenica, come in tutti gli altri giorni dell’anno.
Avevi ragione tu, Papa Francesco!
Da quella prima Giornata ogni volta abbiamo vissuto una gioia inattesa: tantissimi, troppi volontari si sono resi disponibili a fare servizio, c’è stato chi si è offerto di cucinare, chi ha offerto le vivande, chi ha offerto la macedonia e il dolce!
I nostri Ospiti si sono sentiti voluti bene in modo particolarmente affettuoso, e a chi ci ringraziava noi ripetevamo: “È la carezza di Papa Francesco!”.

Ci hai persuasi che solo se ci mettiamo nei panni dei Poveri riusciremo a orientare il progresso verso il bene di tutta l’umanità.
Hai consumato la tua persona per dare voce a quella intelligenza buona che sola salverà il mondo e può guarirci dal cancro dell’indifferenza.

In Opera San Francesco vorremmo tanto custodire e tramandare il tuo stile nell’accogliere le persone in povertà, la tua gioia, la tua delicatezza, la tua serenità d’animo.

Queste tue parole te le avrebbe di certo copiate anche il nostro Fondatore fra Cecilio: “Se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia. Il Corpo di Cristo, spezzato nella sacra liturgia, si lascia ritrovare dalla carità condivisa nei volti e nelle persone dei fratelli e delle sorelle più deboli. Sempre attuali risuonano le parole del santo vescovo Crisostomo: «Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è nudo; non onorate il Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità» (Hom. in Matthaeum, 50, 3: PG 58)” (Messaggio per la prima Giornata Mondiale dei Poveri n. 3).

Eravamo pronti ad incontrarti a settembre per il nostro Pellegrinaggio Giubilare: ti abbracceremo insieme con il nuovo Papa che il Signore ci donerà.

Ciao Papa Francesco, “Cerea” come dicevi da bambino nel tuo dialetto. Faccio fatica a chiudere questa lettera: avrei tante cose da chiederti… Ma so che posso cercarti in ogni momento nella preghiera di Gesù, e così non mi abbandoni e il magone si scioglie.
Grazie a Dio per te. E per favore, ricordati di pregare anche per noi di OSF.

fra Marcello Longhi

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