Pubblicato il 31 Marzo 2025 La signora Paola ed io non ci conoscevamo: ha chiamato all’inizio del mese in Segreteria e mi ha chiesto di incontrarci. Una voce matura, chiara e decisa, schietta. Incontriamoci! La accolgo in reception e mi accorgo che cammina con qualche difficoltà: per venire all’appuntamento ha preso un potente antidolorifico. Parliamo per una mezz’ora, intuisco il suo profondo amore per la dignità di ogni persona e allora le propongo di vedere cosa facciamo in Corso Concordia. Scendiamo nel locale Docce e Guardaroba e le spiego come funziona il servizio. Questo il suo ricordo nella mail che mi ha scritto una settimana dopo il nostro incontro: “L’igiene personale contempla, oltre a servizi di doccia, rotoli di teli di cotone, di un bianco così luminoso e innocente che l’ordito a quadretti sembra saltellare.Questi teli arrotolati contengono come una matrioska, un kit perfetto di slip, magliette da intimo e calze. Servizio completo”. Le racconto che il “kit bianchissimo” è formato da biancheria che compriamo nuova in grande quantità e che, con l’arrivo della primavera, insieme agli indumenti acquistiamo anche migliaia di paia di sandali che distribuiremo non appena termineranno le piogge. Paola si guarda attorno con occhi riconoscenti: sfiora le felpe nuove riposte negli scaffali, i berretti di lana confezionati a mano dalle nonne volontarie, le camice usate ripiegate come fossero nuove, i giacconi e i pantaloni usati ma perfetti e ordinati per taglia. “Questa è bellezza fra Marcello: perché la dignità risplende nel tocco di profumo alla fine della doccia calda, in un abito pulito, nei sandali nuovi… Il tutto condito con il sorriso, l’amore, l’accoglienza, l’assistenza dei vostri volontari”. Concordiamo nel constatare che chi viene da noi porta molte ferite, ma la prima guarigione di cui ha bisogno è ritrovare la stima di sé e la cura per la propria persona. Terminata la visita alla Mensa la accompagno all’uscita su Via Kramer. Ci salutiamo e con un sorriso intenso mi conferma di essere disponibile, come pensionata e nonostante i suoi limiti di salute, a collaborare con OSF per quello che ci fosse bisogno. La osservo mentre si avvia alla macchina zoppicando leggermente: l’antidolorifico forse non è bastato. Ho incontrato una donna che mi ha insegnato il valore della dignità innata che va fatta rinascere in ogni persona. Con dolcezza ed eleganza. Grazie, signora Paola! fra Marcello Longhi