Pubblicato il 30 Ottobre 2025 Capita spesso in questo periodo di leggere sui quotidiani rapporti e studi sulla povertà degli italiani. Mi fa riflettere il fatto che i dati presentati riguardino in prevalenza le famiglie.Mi nasce una domanda, pensando agli ospiti che vedo nei nostri servizi: ma se la povertà mette in difficoltà una famiglia composta da più persone che in qualche modo possono aiutarsi tra loro, quale sarà la condizione di una persona singola che vive in povertà?Leggo sul sito dell’ISTAT che nel 2024 le famiglie italiane in povertà assoluta sarebbero 2,2 milioni, pari all’8,4% del totale delle famiglie residenti: parliamo di 5,7 milioni di persone su 58 milioni di residenti. Vive in povertà assoluta una famiglia che spende per i suoi bisogni un importo inferiore o uguale ad un valore chiamato “soglia di povertà assoluta”.Questa soglia è stabilita in riferimento al costo di un paniere di beni e servizi considerati essenziali: sono inclusi gli alimenti, l’abitazione, i servizi ritenuti necessari per un livello di vita minimamente accettabile che eviti gravi forme di esclusione sociale. Naturalmente i più colpiti sono i figli in minore età, che sono 1,28 milioni pari al 13,8% dei minori residenti in Italia.Sempre nel sito dell’ISTAT è possibile calcolare la soglia di povertà assoluta di una famiglia inserendo i dati richiesti: età dei genitori, numero ed età dei figli, luogo di residenza…Ho provato ad inserire i dati di famiglie di amici che conosco e mi sono allarmato. Se non lavorassero in due, dovendo pagare mutuo, utenze, spese condominiali, la scuola dei figli, l’automobile, quella soglia l’avrebbero superata…E chi il lavoro non lo trova, o lo trova solo in nero ed è sottopagato?A fronte della fatica di tante famiglie e di tante persone sole, di tanti bambini, ragazzi e giovani mi è tornata in mente per contrasto una lettera che ho ricevuto tempo fa.“Voi [di Opera San Francesco] siete organizzati, li schedate [i poveri] e poi provvedete a sfamarli, a lavarli, vestirli, medicarli ecc. Quanti sono i cittadini stranieri regolari e quanti invece clandestini? Questo è disubbidienza alle leggi italiane, dovreste segnalare quelli senza permesso di soggiorno. E poi questi stuprano, violentano, spacciano!”.Vi risparmio il resto della lettera… Al di là delle affermazioni statisticamente false, quello che mi ferisce è l’arroganza crudele con cui questo signore sostiene che chi vive in povertà se l’è cercata, che è certamente colpa sua perché non è capace di gestirsi e di arrangiarsi. Questo signore arriva a scrivermi che noi, e anche il Comune e lo Stato, sprechiamo per i poveri risorse che invece dovremmo destinare alle persone per bene.Penso a quei ragazzi, italiani o stranieri, che a scuola dicono bugie per nascondere le difficoltà economiche in casa, che rinunciano al desiderio di continuare a studiare perché sanno che non ci saranno i soldi. Penso a quei fidanzati che non possono mettere su casa perché la casa è come un miraggio nel deserto…Penso a quei nostri ospiti che da anni non si curano, non vanno dal dentista perché prima bisogna cercare di mangiare…La povertà, quando offende la dignità delle persone, quando condanna alla frustrazione e alla sofferenza per tutta la vita, è un cancro che distrugge la nostra convivenza civile e ci spinge piano piano verso la guerra di tutti contro tutti.È assolutamente urgente pensare, come singoli, come Chiesa, come comunità politica, a modalità di sostegno e promozione per chi sta scivolando nella povertà e per chi vuole uscirne.Opera San Francesco, nella persona dei suoi Dipendenti, dei suoi Volontari, dei suoi Sostenitori, dei suoi Frati vuole continuare a fare con passione e con determinazione la sua parte per accogliere, proteggere, promuovere e integrare i suoi poveri, come ci insegnano Papa Francesco e Papa Leone.