La volontaria al Servizio Guardaroba consiglia a Troyan di fare la doccia: “Così dopo ti metti i vestiti puliti e ti senti meglio”. Ma niente, non la fa. Prende gli abiti e stop. Ha 67 anni e viene dall’Ucraina. È qui da tempo, da ben prima del conflitto e mostra tutti i segni del disagio che sta vivendo al momento. Non vuole farsi fotografare in viso – è così per molti, specie in quest’epoca di social – ma accetta di buon grado di scambiare quattro chiacchiere con noi.

“Sono qui da metà della mia vita. Dal ’97. Ero camionista, anche al mio paese, ma lavoravo solo 2 o 3 giorni al mese e come potevo mantenere la mia famiglia così? Perché sono sposato e ho due figli. Loro sono rimasti lì, i figli, ma mia moglie è venuta con me. Lavoravo qui e mandavo i soldi a casa. Per me 30 anni fa l’Italia era meglio di adesso. Ma anche io, ora sono malato e senza lavoro, mia moglie è morta. Per il diabete ho perso un dito nel piede, vedi? Non posso quasi camminare”.  E ci mostra il piede con una grossa scarpa, molto più grande dell’altra. “Ora una figlia è qui in Italia, l’altro in Ucraina. Grazie a Dio siamo in una zona dove non c’è la guerra. Sono tornato qualche volta al mio paese, ma non penso di starci per la vecchiaia, specie adesso. Qui a Milano la mia vita è precipitata quando sono stato investito. Mi sono dovuto fermare sette mesi per la riabilitazione e quindi è andata sempre peggio”.

Chiediamo a Troyan dove vive perché dalle sue condizioni sembra stare in strada. “Ho trovato un appartamento adesso, ma non sono tanto convinto. Ma di meglio sarà difficile. Prendo una pensione di 120 euro dopo la morte di mia moglie, e mi danno anche un aiuto di 500 euro ma con questi pochi soldi si fa fatica. Per questo vengo qui in Opera San Francesco a mangiare e per i vestiti. Spero nella pensione ma in un posto mi hanno fregato otto anni di contributi”.

Troyan è una delle persone che si rivolgono a OSF per avere abiti puliti e pasti caldi. Se vuoi aiutarlo, DONA ORA.

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