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Sono sempre state tante le persone che si rivolgono ai servizi di Opera San Francesco: papà, certo, ma anche mamme, anziani, italiani, stranieri. Le stesse che adesso in tutto il mondo stanno affrontando quest’emergenza sanitaria. Per i più fragili, deboli e poveri, questa situazione è ancora più delicata: molti di loro non hanno una casa in cui rifugiarsi, altri sono soli.

Una piccola certezza però è rimasta, è Opera San Francesco che, nonostante le difficoltà, ha mantenuto aperti i propri servizi: Docce, Mense, Poliambulatorio, Accoglienza. Qualcosa è cambiato ma OSF è riuscita comunque a tendere una mano ai poveri.

Alla Mensa storica di corso Concordia vengono, tra pranzo e cena, circa 1800 persone a ritirare il sacchetto con il cibo preparato per loro dai cuochi e dai volontari che hanno deciso di essere presenti. In piazzale Velasquez invece sono circa 200 i pranzi al sacco consegnati.

Al Poliambulatorio le visite dei medici volontari di Opera San Francesco non sono mai state interrotte e dal 9 al 13 marzo le prestazioni sono state 409. Tutte seguendo le procedure di sicurezza adottate dagli infermieri e dagli oss che lavorano con professionalità in questo servizio.

Le Docce, seppur a regime ridotto per rispettare le norme e non creare assembramenti, sono aperte e garantiscono, grazie al lavoro prezioso dei volontari, un diritto imprescindibile e fondamentale specie per chi vive per strada, quello dell’igiene. In media sono state 108 le docce garantite ogni giorno.

Lo sportello dell’Accoglienza aperto permette infine a chiunque di fare la tessera e quindi di accedere ai servizi di OSF.

Per tutti, OSF lavora quotidianamente a difesa dei bisogni primari senza dimenticare la sicurezza dei suoi ospiti, dei volontari e degli operatori.

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