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Chi è vicino a Opera San Francesco conosce le sue radici religiose e sa che i frati cappuccini sono parte fondamentale della sua realtà. Nel Convento di Piazzale Velasquez, attiguo al Poliambulatorio e alla seconda Mensa di OSF, ci sono trentacinque giovani provenienti sia dall’Italia che da alcuni paesi europei ed extra europei che studiano teologia e perfezionano la loro formazione. Ne abbiamo parlato con Fra Roberto Pasolini che li segue quotidianamente.

“Sono il maestro di formazione dei frati e anche professore di alcuni loro corsi. Ho studiato Sacra Scrittura, greco ed ebraico e tengo loro alcune lezioni in merito a queste materie, sono uno dei loro docenti. Quest’anno saremo una cinquantina, tra frati giovani in “formazione in quanto studenti” e altri frati già professi che compongono la fraternità stabile, tutti quanti coinvolti nella vita di comunità. I frati provengono da tutto il nord Italia Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Triveneto, ma ci sono anche alcuni fratelli da Slovenia, Croazia, Turchia, Grecia, Camerun, Benin e Angola.

È chiaro che il loro principale compito è quello di partecipare alla nostra vita fraterna in convento, fatta di preghiera, lavoro e condivisione e scandita la mattina dalle lezioni e il pomeriggio dallo studio; oltre a questo però, all’interno della nostra chiesa, molto frequentata, i frati animano le S. Messe, la liturgia e i momenti di preghiera che offriamo ai fedeli. Ciò significa occuparsi dell’animazione dei canti, con organo e chitarra, e di aiutare all’altare lo svolgimento delle funzioni. A ciascuno di loro, secondo la propria sensibilità e capacità, viene proposto in aggiunta un’attività da svolgere anche per uscire, per andare incontro al prossimo, ai poveri, prenderne coscienza e frequentarli.

Con OSF, alla quale siamo particolarmente legati, collaboriamo da tempo: i ragazzi possono scegliere di prestare servizio alla Mensa di Velasquez e al Poliambulatorio nell’accoglienza. Altri vanno in viale Piave, coprono un turno tutto l’anno alle Docce e Guardaroba o in Mensa, secondo le esigenze comunicateci da fra Domenico che è il nostro contatto. Generalmente sono contenti di svolgere queste attività: c’è forse una paura iniziale ma durante l’anno colgono invece gli aspetti positivi e riflettono sul loro operato che ben corrisponde a quella che è l’identità del frate, una persona che deve stare tra i poveri. Vivono l’esperienza di una grande realtà, quella di OSF, alla quale non sono forse abituati e comprendono di essere parte di una struttura dove i frati dovrebbero essere più numerosi. C’è bisogno di loro.

Oltre a OSF ci sono altri 4 ambiti in cui lavorano i frati. Innanzitutto nella nostra parrocchia di riferimento, quella dei santi Nabore e Felice in piazzale Perrucchetti dove sono impegnati nel servizio pastorale affiancando quello dei frati presenti in parrocchia.

Altri tre frati sono stati in quest’ultimo anno all’interno del carcere di Opera sia per animare le S. Messe della domenica che per stare con i detenuti. Qui si occupano anche dei colloqui con i reclusi che sentono il bisogno di essere ascoltati o essere preparati per alcuni sacramenti. Talvolta li guidano a una riscoperta della fede. Chi ha fatto questa esperienza ne è molto contento. Sono queste le occasioni in cui i frati si sentono inviati verso le periferie del mondo – come ricorda spesso Papa Francesco – e in questi luoghi si trovano a proprio agio coscienti di un servizio a loro affidato.

Un’altra attività che appassiona i ragazzi è quella portata avanti alla Sacra Famiglia di Cesano in cui noi frati siamo cappellani: tre frati sono impegnati nei reparti per fare catechismo tra le disabilità psichiche e fisiche. Si tratta di un dialogo fatto di gesti e di semplicità, di parole che toccano l’anima dei residenti nella struttura, parlando di Dio come è possibile, considerando che sono persone con gravi problemi. Siamo presenti anche durante la Santa Messa domenicale, dove per comunicare utilizziamo luci, segni, canti, fotografie e quant’altro è necessario per trasmettere un messaggio di fede.

Infine, alcuni frati durante l’inverno sono impegnati il sabato sera alla stazione di Lambrate per distribuire un piatto di minestra e tè caldo a chi vive per strada. È un’iniziativa portata avanti in rete con altre associazioni più strutturate che li ha coinvolti molto nel servizio verso i senza dimora. È un modo per portare un sorriso e una parola a chi soffre ed è in una condizione di disagio. I frati tengono molto a questo appuntamento e trascorrono un sabato diverso: il pomeriggio del sabato i quattro frati coinvolti cucinano e preparano quanto verrà distribuito per rientrare solitamente non prima di mezzanotte”.

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