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Domenica 28 ottobre abbiamo celebrato l’evento che vede coinvolti i “Grandi Cuochi all’Opera”, un pranzo benefico preparato da noti chef della cucina italiana per circa 200 persone vicine e sensibili all’operato di OSF. Quest’anno il tema conduttore del pranzo è stato il pane che in tutti i piatti di portata ha dato il suo fondamentale contributo. Le motivazioni della scelta sono state varie.

Innanzitutto per ricordare che ogni giorno vengono distribuiti in Mensa circa 233 kg di pane pari a 73 ton. all’anno. Sono i nostri poveri a fruire di questo bene che accanto agli altri piatti di primo, secondo e frutta, sazia la loro fame.

Il pane è davvero importante nella nostra cultura civile e religiosa. E il suo spreco è uno scandalo dentro il gigantesco scandalo dello spreco alimentare che caratterizza la nostra società. I miei genitori, i nonni mai avrebbe gettato via il pane, soprattutto perché durante la guerra avevano conosciuto solo il pane nero. Il pane veniva riciclato in mille modi perché rispettavano la sua sacralità. Un alimento che porta con sé tradizioni e significati che vanno oltre il semplice soddisfacimento corporale. Papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato ha ricordato che “il cibo sprecato è cibo rubato ai poveri”. In Italia dall’agosto 2016 disponiamo di una legge ad hoc che aiuta, incentiva e sottrae alle maglie della burocrazia le buone pratiche di donazione, recupero e distribuzione del cibo che altrimenti verrebbe buttato. L’ultima rilevazione ufficiale, resa nota lo scorso febbraio in occasione dell’annuale Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, conferma che il clima creato dalla legge è confortante e che tra il settembre 2016 e lo stesso mese 2017 erano state raccolte e utilizzate ben 4.103 tonnellate di cibo, contro le 3.147 dell’anno precedente. Dati confortanti anche se il problema non è ancora risolto, ma in Italia si è finalmente usciti da una situazione di inerzia grazie anche alle realtà non profit del Terzo Settore, grande distribuzione, negozi di alimentari, bar e ristoranti.

Ma come dimenticare anche la forte valenza del pane nel segno della condivisione. Nel Vangelo Gesù si presenta come “pane spezzato” per amore di ogni uomo e chiede ai suoi discepoli di essere altrettanto con i propri fratelli nessuno escluso. Come non condividere il pane con chi non ha accesso a questo prezioso bene? Conosciamo bene i dati che ci fanno toccare con mano il dramma della fame nel mondo. Paesi vicini e lontani, situazioni a noi note o sconosciute che raccontano quanto sia ancora negato a molti, troppi il soddisfacimento di un bisogno primario quale è il cibo e la corretta alimentazione.

In Opera ogni giorno diamo risposte a quello che è un diritto fondamentale di ogni uomo, quello di potersi sfamare.

I nostri poveri non hanno bisogno solo del pane che rispetta la loro esigenza. Spesso ci troviamo al cospetto di un’altra fame che porta con sé il nome di giustizia, accoglienza, rispetto della propria dignità, cura e attenzione. È una “fame traversale” che nasce dalla propria condizione di fatica, di emarginazione, di esclusione, di solitudine e che ha bisogno di risposte rispettose della propria situazione.

Nella preghiera insegnataci da Gesù, il Padre nostro diciamo “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Chiedendo a Dio, con l’abbandono fiducioso dei figli, il nutrimento quotidiano necessario a tutti per la propria sussistenza, riconosciamo quanto Dio nostro Padre sia buono al di là di ogni bontà. Domandiamo anche la grazia di saper agire perché la giustizia e la condivisione permettano all’abbondanza degli uni di sopperire ai bisogni dei poveri.

Il pane è un piccolo, grande, inestimabile capolavoro dell’uomo. Non sprechiamolo, non gettiamo via ciò che le mani dell’uomo sanno creare affinché ogni dono possa essere condiviso e abbia la fragranza della solidarietà e della condivisione.

Padre Maurizio Annoni

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