Pubblicato il 25 Settembre 2025 Il primo settembre scorso abbiamo avuto la gioia di incontrare Papa Leone in una udienza dedicata ad Opera San Francesco, ai suoi volontari e ai suoi dipendenti. Abbiamo riempito la Sala Clementina (eravamo più di trecento persone) di voci e di occhi desiderosi di incrociare lo sguardo del Papa.Lo abbiamo atteso un po’, ma come sempre l’attesa fa crescere il desiderio e quando è entrato nella sala la nostra simpatia è esplosa in un applauso pieno di affetto. In prima fila c’erano i frati (i soliti raccomandati, dice qualcuno…), i responsabili dei principali servizi di OSF e una parte dei volontari che erano seduti nelle ultime file della sala e che fra Marcello ha voluto portare davanti! Sì perché, come diceva Gesù, gli ultimi saranno i primi! Papa Leone ha voluto salutare personalmente coloro che si trovavano nella prima fila, e poi si è rivolto a tutti i presenti con una frase che ci ha scaldato il cuore: “La pace sia con voi! Veramente possiamo cominciare con pace e bene!”.Le sue parole sono andate a toccare le corde profonde della nostra storia e della nostra identità:“Celebriamo una storia fatta non di benefattori e beneficati, ma di fratelli e sorelle che si riconoscono, gli uni per gli altri, dono di Dio, sua presenza, aiuto reciproco in un cammino di santità. Onoriamo il Corpo di Cristo, piagato e al tempo stesso in continua guarigione, le cui membra si aiutano le une le altre, unite al Capo nello stesso amore; e proprio per questo vediamo un corpo vivo che cresce giorno per giorno verso la sua piena maturità”. Ci ha chiesto di crescere nella scelta di assistere senza esitazioni, di accogliere guardando negli occhi, di promuovere la dignità delle persone senza imporre condizioni. È una visione che ci ha conquistati tutti, credenti e non credenti.Mentre il Papa ci parlava, guardavo i volti dei frati e dei volontari che avevo vicino: che gioia riconoscere il dono di Dio, il suo stesso Volto in quelle persone stupende vicine a me… Pensavo ad alcuni nostri ospiti in grave difficoltà: sono il Corpo di Gesù piagato al quale siamo chiamati ad offrire percorsi di guarigione…Terminato il suo discorso il Papa è venuto verso di me per ricevere i nostri doni e qui ho potuto per un attimo parlargli guardandolo negli occhi: ha uno sguardo profondo, accogliente, mite fino al punto di sembrare timido! Preso dal mio entusiasmo un po’ rude gli ho detto: “Santità, mi raccomando: quando verrà a Milano la aspettiamo a mangiare nella nostra Mensa con i nostri Poveri!”. E lui con una espressione di sorpresa, quasi di timore, mi ha risposto: “Va bene, va bene!”. Mi ha colpito questa sua disponibilità a lasciarsi invadere dalla mia richiesta, senza opporre alcuna resistenza. Mi è sembrato di avere davanti una persona incapace di usare la forza per difendersi, disposta a lasciarmi entrare nella sua vita piuttosto che tenermi a distanza…Durante il viaggio di ritorno ho rivissuto quei momenti. Come è diverso lo sguardo cordiale e non violento di Papa Leone dallo sguardo sprezzante, incattivito oppure ebete nella indifferenza che nasconde l’odio, tipico dei signori delle guerre.Quale progetto di mondo abita il cuore di questi signori, quale progetto di mondo abita il cuore di Papa Leone?E pensando a noi di OSF: verso quale Amore vogliamo orientare la nostra vita? Quale progetto di mondo abita la mente e il cuore di noi che formiamo “il mondo di Opera San Francesco”? Quale sguardo vogliamo avere gli uni verso gli altri e con quali occhi vogliamo guardare i nostri ospiti? Mi piace concludere con le ultime parole di Papa Leone: “Grazie per ciò che fate e per la testimonianza che date con il vostro camminare insieme! Vi accompagno con le mie preghiere e vi benedico di cuore. Grazie! Pace e bene! Tanti auguri e grazie, grazie a tutti voi!”.fra Marcello Longhi