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Sono 8 giovani studenti accompagnati dai propri tutor e frequentano negli Stati Uniti la New York University, per una settimana saranno qui a Milano e in particolare nel nostro Poliambulatorio per svolgere un’indagine interrogando sia chi si rivolge a noi per le cure, sia i professionisti che vi lavorano in forma volontaria e non.

Due le tematiche su cui vertono i questionari sottoposti dagli studenti, il tema delle vaccinazioni e quello della salute mentale. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi di 4 persone e per ogni team di lavoro le interviste fatte andranno a far parte di uno studio di ricerca basata su metodi misti, finanziato dalla New York University. Lo scopo delle domande poste ai pazienti e operatori è quello di comprendere i bisogni di salute e di assistenza sanitaria dei bambini migranti e dei nuclei familiari che risiedono nella regione Lombardia e insieme di analizzare come il sistema sanitario italiano stia affrontando le loro esigenze.

La collaborazione è stata ripetuta dopo l’esperienza positiva dello scorso anno, nel mese di gennaio 2017 infatti alcuni referenti della prestigiosa Università statunitense avevano visitato il nostro Poliambulatorio in via Antonello da Messina nell’ambito di una ricerca sulle strutture sanitarie che prestano servizi a fasce deboli della società, nello specifico immigrati e rifugiati.
La scelta era ricaduta sulla nostra struttura perché considerata un polo di riferimento del welfare privato dedicato ai più deboli.

Quest’anno però si è aggiunta per gli ospiti americani un’attività ulteriore: sabato 13 gennaio infatti tutti quanti hanno prestato servizio volontario alla Mensa OSF di Corso Concordia a Milano. Hanno voluto essere in prima fila nell’aiuto quotidiano ai più deboli e hanno così visto concretamente cosa offre gratuitamente ai poveri Opera San Francesco. Un gioioso clima di collaborazione ed entusiasmo ha contraddistinto questo pranzo che ha visto collaborare insieme i nostri volontari storici e questi intraprendenti giovani studenti.

Abbiamo chiacchierato con 3 di loro, un tutor e il professore che li ha seguiti e il riscontro è stato davvero positivo.
Claresse, Leah, Michelle e Andrea ci hanno raccontato di come tutte le persone che si rivolgono in OSF vengono trattate con la stessa dignità. Nel nostro Poliambulatorio questa non è solo una parola ma un modo di relazionarsi, di lavorare secondo dei valori che sono quelli umani, e che, secondo loro, sono particolarmente propri della nostra cultura italiana. Siamo un popolo accogliente dicono. E generoso.

Tutti i medici volontari lavorano e visitano con il sorriso, si rivolgono ai pazienti con gentilezza e cura e la relazione che instaurano è parte fondamentale del processo di guarigione, è la medicina stessa.

Sono stati colpiti poi dall’approccio utilizzato nel Poliambulatorio che hanno definito olistico: chi viene qui per un determinato problema ha la possibilità di essere seguito sotto ogni punto di vista medico e in un solo luogo di cura trova tutte le specialità e i professionisti di cui ha bisogno. Questo permette di velocizzare e semplificare il processo di cura e quindi la possibile guarigione.

Per loro il Poliambulatorio è un luogo d’ispirazione per chiunque faccia questo tipo di lavoro e può essere d’esempio e diventare una best practice da raccontare anche all’estero nel mondo dell’assistenza ai poveri e agli emarginati.

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