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“Salute è/e carità” è il tema del dibattito svoltosi durante l’ultimo Meeting di Rimini, al quale la nostra Suor Annamaria Villa è stata invitata come relatrice. Un ambito a OSF molto noto perché, sin quasi dalla sua fondazione, Opera San Francesco ha sempre avuto un servizio che prestasse cure mediche e garantisse farmaci gratuiti a coloro che non avevano diritto all’Assistenza Sanitaria Nazionale.

La responsabile del Poliambulatorio di via Antonello da Messina, partendo dalla propria esperienza personale, ha raccontato a una folta platea la realtà che oggi a Milano è in grado di visitare pazienti provenienti da 133 paesi differenti: sono infatti ben 79mila le cartelle registrate nel database di OSF. Un numero che corrisponde a delle persone: uomini, donne e bambini malati che si sono rivolti a Opera per i più svariati problemi di salute.

“Quando la mattina vedo quanto lavoro c’è mi dico: come faccio a fare tutto? Eppure il miracolo si compie ogni giorno. E tutto ciò che portiamo a termine ha ancora più valore perché raggiunto senza alcuna sovvenzione pubblica ma con il solo lavoro dei medici volontari (che sono al momento 210) e la generosità dei donatori (privati e aziende)”.

Suor Annamaria ha sottolineato come il paziente, per guarire, abbia soprattutto bisogno di qualcuno che gli voglia bene, che gli presti attenzione e che lo ascolti. È ciò che spesso ci dicono anche molti dei medici volontari che prestano servizio in OSF. La relazione è importantissima e il rapporto che, all’interno del Poliambulatorio, si riesce a instaurare con i malati, è fondamentale. A questo proposito, la responsabile di OSF – che è anche medico – ha portato l’esempio dei pazienti colpiti da malattie infettive.

“Tra le più diffuse patologie, specie anni fa, c’erano soprattutto quelle infettive, la tubercolosi in particolare. In molti facevano il test ma pochi tornavano per mostrarci il risultato, e chi tornava era negativo. Ci chiedevamo come mai, se fosse un problema di nazionalità o altro ma poi abbiamo capito. La soluzione è arrivata grazie alla Provvidenza che ha voluto mandarci un’infermiera molto brava nel rapporto con le persone e dalle grandi doti comunicative che si è occupata proprio di questi pazienti. Instaurando con i malati un dialogo è riuscita a invertire in poco tempo la passata tendenza: le persone tornavano ed erano in molte positive. Ciò significa che prima tanti erano affetti da tubercolosi ma non ritornavano al Poliambulatorio per farsi curare, diffondendo ulteriormente la malattia”.

È un caso pratico che dimostra come la relazione, la cura in senso più ampio, abbia fatto più delle medicine.

Siamo diventati sempre più bravi nello scoprire le persone, nel capirle – dice ancora la suora – e anche per questo abbiamo intrapreso nuovi progetti che venissero incontro alle reali necessità dei malati, come il progetto “Dentino per amico” o quello per le donne in gravidanza”.

Una testimonianza quella di suor Annamaria Villa che ha certamente dato uno spaccato sincero e sentito della realtà di Opera San Francesco.

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