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“A un certo punto mi è sembrato che erano più preoccupati loro della mia salute di quello che lo ero io… è solo perché lei mi voleva bene che sono andata avanti a venire qui a curarmi…”
La signora mi dice queste cose indicandomi una operatrice del nostro Poliambulatorio: mi nasce dentro un profondo senso di gratitudine e di ammirazione per lei e per tutti i nostri sanitari che prestano servizio in Via Antonello da Messina.

Mi colpisce l’attenzione che viene riservata al singolo paziente, l’accoglienza della sua situazione personale prima di ogni altra valutazione medica. La riscontri nel sorriso che viene donato, nel tempo che viene dedicato ad ascoltare le richieste magari un po’ confuse, espresse spesso nelle varie lingue del mondo…

Mi accorgo che questa delicatezza apre il cuore dei pazienti, fa loro superare la paura di essere per l’ennesima volta rimbalzati e sostiene la fiducia nella possibilità di guarire.

I nostri beneficiari capiscono che in Poliambulatorio non regna l’angoscia di dover fare in fretta per stare dentro nel budget, per stare nei tempi…Vengono prima gli occhi delle persone. 

È così anche quando bisogna rispondere “mi spiace, questo non possiamo farlo”: si cercano insieme altre vie, soluzioni alternative sul territorio perché quella persona possa comunque trovare un aiuto per il suo problema. Negli anni il Poliambulatorio è passato dal fornire semplicemente delle cure mediche al prendersi cura di tutta la persona, dalla pura assistenza tecnico-sanitaria all’offerta di una presa in carico olistica dei pazienti che includesse tutti gli ambiti fragili della vita, in particolare l’ambito sociale e relazionale. Questo ha richiesto di integrare i progetti e di unire le risorse.

Il criterio guida è stato quello di osservare i bisogni delle persone in povertà che si rivolgono a noi, di cogliere i cambiamenti in atto e di adeguare continuamente le strutture e le procedure ai nuovi bisogni riscontrati.

Ma per fare questo ci vuole, insieme alla competenza scientifica e professionale, anche un cuore che decida di voler bene a chi hai davanti, soprattutto quando forse non se lo meriterebbe…

Vorrei trovare il modo di ringraziare uno ad uno tutti i nostri operatori e le operatrici sanitarie. Vorrei far sentire la mia gratitudine a tutti gli oltre duecento medici volontari che rendono possibile questo “miracolo di umanità”, come mi piace definire il nostro Poliambulatorio. Un grazie accorato anche a tutti i nostri donatori e alle aziende che ci sostengono.

Credo che il nostro Fondatore fra Cecilio, nella sua visione spirituale, concluderebbe così: “Sembrava una Lourdes in piccolo. Gli ammalati erano trattati con molta carità e familiarità. Sembrava una sola buona famiglia compatta.” (FRA CECILIO, Diario -Lettere Note Spirituali 1924-1982, n. 976).

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fra Marcello Longhi

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