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Siamo solo all’inizio ma l’entusiasmo è tanto: abbiamo chiacchierato qualche minuto con Rosanna ed Enrico, due nuovi volontari di OSF che hanno accettato di rendersi disponibili a essere di supporto a chi abita negli appartamenti gestiti da Opera San Francesco. Ma che cosa fanno concretamente? Ce lo spiegano loro.

“Io sono stata una delle prime a partecipare a questo nuovo gruppo. Dopo alcuni incontri con gli educatori di OSF, siamo partiti e così già da qualche mese faccio visita agli ospiti di OSF nelle loro case. Chiaramente abbiamo iniziato in modo “soft”, conoscendo queste persone insieme agli educatori. Il nostro compito è soprattutto quello di accompagnarli alle visite mediche o a svolgere pratiche burocratiche e documenti. Da un paio di mesi invece si fa qualcosa in più, anche di tipo ricreativo o semplicemente gli si fa compagnia. Per esempio io sono stata insieme a una nostra ospite all’Orto botanico perché lei è appassionata di piante. L’ultima novità è che siamo in due a far visita all’ospite: è un modo per fare gruppo. Ora pensiamo anche di andare fuori a mangiare insieme una pizza, con tutti gli ospiti degli appartamenti visto che abitano quasi tutti nella stessa zona. Il progetto è in divenire e stiamo cercando di aggiungere col tempo cose nuove perché questi momenti siano più di interesse per loro.

Io faccio servizio anche in Mensa una volta a settimana: è molto diverso come volontariato. Sapevo che le persone che avrei supportato sono fragili, con problemi e hanno avuto una vita difficile, spesso per strada e pensavo di fare più fatica a relazionarmi con loro, invece non è stato così. Ho capito che grazie a pochi incontri si riesce a essere utili, di supporto e quasi amici. È un volontariato che fa riflettere molto. Ogni persona è a sé, quindi non si può generalizzare ma in linea di massima mi sembrano contenti. E io con loro.”

Un altro volontario che ha aderito a questa iniziativa è Enrico: alla sua prima esperienza di volontariato, ci dice “volevo sperimentare una situazione del tutto nuova. E questo rapporto interattivo con gli ospiti mi è sembrato il modo giusto. Mi sono subito trovato a mio agio in questo rapporto 1 a 1. C’è stata sintonia tra le esigenze: la mia e quella di chi lavora nell’Area Sociale di OSF che ha pensato a queste attività. Mi piace l’idea di avere un rapporto costante con queste persone ma allo stesso tempo apprezzo la flessibilità del ruolo: in pratica ci devi essere quando ce n‘è veramente bisogno. Abbiamo iniziato ognuno con un ospite assegnato ma ora siamo un “gruppo allargato” e mi sembra che il nostro aiuto in questo modo sia maggiore. Io poi amo le situazioni inaspettate, dunque l’imprevisto è qualcosa che non mi spaventa. La cosa bella è trovare delle soluzioni. Magari non immediate ma si studia per scovarne una.

Se l’esperienza sinora è stata positiva molto è merito dei bravi operatori dell’Area Sociale di OSF che ci gestiscono e ci informano sugli ospiti. I feedback sono buoni anche da parte degli ospiti: i sorrisi spesso scappano e se si riesce a scherzare è una buona cosa. Ora oltre ad aiutarli, cerchiamo di costruirgli della compagnia. Certo, prima bisogna conquistarsi la fiducia.

L’idea di interagire con una persona in coppia – di volontari – è utile, fa gruppo e aggregazione e funziona anche tra di noi. Crea squadra e intesa tra tutte le persone. Non me lo aspettavo e ne sono contento. Si porta avanti il progetto meglio insieme. A mio parere la cosa più bella è che condividiamo un pezzo di vita: dall’andare dal medico, al mercato, a fare le commissioni. Sono contento di essere entrato a far parte di questo gruppo. Mi soddisfa molto”.

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