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Ogni sera in mensa alle 20:40 mi tocca fare la parte dello “steward” che annuncia la chiusura del servizio…Gli ultimi ospiti si affrettano a deporre il loro vassoio sul nastro trasportatore e quasi tutti uscendo salutano dicendo “Grazie!”. Chi non parla italiano sorride portandosi la mano al cuore. Qualcuno, in genere di origine magrebina, accenna un ringraziamento accompagnato da “Ciao zio!”.

Mi capita spesso di rispondere d’istinto “Grazie a te”, pensando a come viceversa ci resto male sentendomi dire a volte “Il vostro cibo fa schifo…Con quello che vi pagano dovreste vergognarvi…”

Ringraziare…ringraziarci…

È così bello prendere coscienza di aver ricevuto qualcosa di buono da un’altra persona e condividere con lei la nostra gioia di sentirci voluti bene. La gioia diventa ancor più intensa se sappiamo che quella persona non era obbligata, che lo ha fatto gratis. 

I benpensanti ripetono con aria scientifica: “Nessuno regala niente… È uno spreco dare gratuitamente!”.

Non è vero! Chi fa queste affermazioni non ha conosciuto un gesto di umanità, di attenzione, di affetto disinteressato: forse non è stato mai amato davvero, perché l’amore più onesto è solo gratuito. 

O forse non si è mai trovato in difficoltà e, avendo chiesto aiuto, lo ha ricevuto a sorpresa e senza pagare…
In OSF tutto l’aiuto offerto è gratuito per una scelta di metodo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date! (Matteo cap. 10,8). 

Continuando a volare basso, credo che ogni operatore di OSF potrebbe dire “…noi siamo come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi” (fra Galdino, Promessi Sposi cap. 3).

Come mi ripetono con gli occhi accesi tanti volontari e volontarie, “è più quello che riceviamo dai nostri ospiti di quello che diamo!”.

Per favore, continuiamo a ringraziarci!

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fra Marcello Longhi

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