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Per prima cosa vorrei augurare con il cuore buone vacanze a tutti voi che ci leggete con affetto! 

Mi piace pensare che al ritorno dalle vacanze (ognuno secondo le sue possibilità, sperabilmente con cuore sereno e senza invidia per nessuno…) saremo un pochino più distesi e capaci di guardarci con occhi più buoni… Non è un desiderio ingenuo o romantico, credo sia la speranza di tanti nostri ospiti che le loro vacanze le faranno nella “bella Milano”, magari un po’ meno incandescente di quanto lo sia in questi giorni.

Potrebbe essere come una specie di “compito delle vacanze” per chi le può godere: riposare e disintossicarsi da quell’astio che ci porta a trattare con diffidenza e disprezzo chi vive in povertà e ci dà fastidio con le sue richieste.

Settimana scorsa una persona mi fa cercare in portineria: “Qualcuno dei vostri ha fatto i suoi bisogni nello stretto corridoio che da Piazza Tricolore porta all’ingresso della mensa. Non sta bene padre, poi se la prendono con voi e con tutti i vostri ospiti…Faccia pulire subito”. Ho ringraziato quel signore perché non c’era astio nelle sue parole, al contrario era preoccupato per noi e per la nostra gente.

Qualcuno ha subito pulito e disinfettato.

Ecco, mi piacerebbe che al ritorno dalle vacanze avessimo tutti la disposizione di cuore di quel signore, mi piacerebbe che affrontassimo le inevitabili fatiche della convivenza con una visione riconciliata e pacificatrice. Non serve a nulla incattivirci per gli errori degli altri e illuderci di risolvere i problemi facendoci piccole o grandi guerre: abbiamo davanti agli occhi le conseguenze orribili e inaccettabili della guerra.

Possiamo cercare di risolvere i problemi condividendoli e suscitando collaborazioni sincere, possiamo decidere di prenderci ognuno la nostra responsabilità buona davanti alla fatica di vivere di tanti uomini e donne che incrociamo sulle nostre strade.

Non combattiamo ciascuno da solo la propria battaglia in questo agosto di fuoco, scegliamo di guardarci negli occhi e ricordiamoci, come ci diceva Papa Francesco, che siamo tutti sulla stessa barca!

Rimaniamo aperti, coll’intelligenza del cuore, con le mani, con il dono del nostro tempo!

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fra Marcello Longhi

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