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Aspetta insieme alle altre il suo turno nella stanza attigua all’unica doccia dedicata alle donne nel Servizio Docce di OSF. È seduta su una sedia nell’angolo e ogni tanto chiude gli occhi, si assopisce. Fa “la guardia” alla colomba di una sua connazionale che ora si sta lavando. Non ha una faccia molto serena. Olena ha 71 anni e accetta con gentilezza e alcuna paura di scambiare qualche parola con noi.

“Mio marito è morto 20 anni fa, mia figlia aveva solo 12 anni. La mia città in Ucraina è al confine con Polonia e Romania. La mia bisnonna era polacca, il mio bisnonno era ebreo. La nonna invece ha sposato un russo. Un mix di tutto.

Io ho il diploma tecnico di commercialista. Ho avuto anche un buon lavoro. Mi ero iscritta all’università di matematica. Ma non l’ho finita, non avevamo più soldi.

Quando sono rimasta vedova, sono partita per l’Italia e ho lasciato mia figlia lì. Sono stata prima 5 anni a Monza, ho fatto la badante. Mi trovavo abbastanza bene. Adesso però non lavoro da un po’ e dormo al dormitorio di viale Ortles. Una mia amica tempo fa mi ha detto di venire qui a lavarmi.

Mia figlia si è sposata, ha 2 figli ed è rimasta in Ucraina. Nella loro zona non c’è ancora la guerra ma hanno paura, sentono tutto, la notte non c’è la luce. Non può venire qui perché teme di lasciare la casa e che venga svaligiata”.

Le chiediamo cosa pensa della guerra e dice solo con le lacrime agli occhi: “Non posso dire cosa penso della guerra. Non ho parole. Non posso dire. Sono arrabbiata con i russi, non credevo che facessero una cosa simile”.

Olena viene ai servizi di OSF per trovare un po’ di tranquillità. Sostenere Opera San Francesco significa concretamente garantire a persone come lei di avere un punto di riferimento, un aiuto certo. Se vuoi aiutare Olena e tutti gli ospiti di OSF, DONA ORA

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