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Solo poche settimane ci dividono dalla decima edizione de “Il Pane di OSF” che si terrà sabato 26 e domenica 27 maggio in varie piazze di Milano e della Lombardia.
Siamo partiti timidamente nel 2009, ora assicuriamo la presenza in 51 postazioni e in 10 città.

È grazie ad un’organizzazione ormai collaudata, ma soprattutto per la disponibilità di oltre 400 volontari e simpatizzanti.
Molti ormai ci conoscono e sanno che portiamo nelle piazze e alla gente il pane. Per ricordare che a questo prezioso alimento, che simboleggia più in generale il cibo, ancora oggi centinaia di milioni di persone non possono accedere. La fame nel mondo è ancora un problema drammatico: carestie, guerre, politiche agricole inesistenti, poteri economici forti, maldistribuzione dei cereali sono certamente tra le cause della malnutrizione e della fame.

Viene quasi spontaneo legare tra loro le due parole pace e pane. Laddove la pace non è costruita giorno per giorno nella ricerca dell’ordine voluto da Dio e non è frutto della responsabilità personale e comunitaria, la tendenza al conflitto, all’aggressione, all’ingerenza, alla prevaricazione è sempre in agguato e capace anche di generare morte, distruzione e fame. Fame che colpisce soprattutto i più fragili e poveri.

Papa Francesco già nel 2014 parlava di una “terza guerra mondiale a pezzi” ricordando quanti paesi del mondo erano oggetto di conflitti.
È quanto mai urgente e riguarda tutti comprendere che la pace è un valore e un dovere universale. Che la pace non è semplicemente assenza di guerra e neppure uno stabile equilibrio fra forze avversarie (che poi di stabile ha ben poco!) ma si fonda su una corretta concezione della persona umana e richiede l’edificazione di un ordine secondo giustizia e carità.
La pace è frutto della giustizia, la pace è frutto anche dell’amore.

Nel segno del Pane riconosciamo non solo un diritto del povero ad accedere ad un bene, un atto di giustizia a lui dovuto, ma ricordiamo anche l’urgenza di impegnarci per il bene comune nella solidarietà e nella condivisione. Il Pane che volentieri diamo nelle piazze alle persone che incontriamo ha la fragranza della comunione, perché oltre all’aiuto vicendevole e solidale, sensibilizziamo “la piazza” sulla necessità di essere per gli altri e con gli altri, a farci carico dei loro pesi e delle loro difficoltà.

La loro vita interpella la nostra, il nostro stile di vita riceve uno scossone di fronte alla fragilità che incontriamo. La solidarietà, l’essere prossimo l’un con l’altro va nella direzione della pace e della centralità della Persona.
Un appello ai lettori della newsletter: se abitate o siete vicini a una delle postazioni nelle quali portiamo “Il Pane di OSF” venite a visitarci. Ci scambieremo nel nome di Francesco d’Assisi il saluto di “pace e bene” e sarà l’occasione per ricordarci il nostro comune impegno al servizio della fragilità.

padre Maurizio Annoni

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