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“Stanotte mi sono svegliato bagnato fradicio, l’umidità mi ammazza. Oggi, se non mi faccio una doccia non so come faccio”. Ci dice così Franco, milanese di 54 anni che vive in strada.

È davvero in condizioni precarie: ha le mani molto sporche, specie le unghie e gli abiti che indossa deve portarli da molto tempo. Si mette in fila per fare la doccia in Opera San Francesco: “Sono qui per la prima volta. Venivo da un po’ per il guardaroba. E per la mensa. Ho due sacchi a pelo, sto per strada adesso. Stanotte ho dormito in Largo Marinai d’Italia. Grazie alla gente che come me vive per strada sono andato al centro aiuto e poi in viale Ortles ma sono scappato, non è per me. Mi sono arrangiato per molto tempo: ho trovato un posto letto, una stanza anche se guadagnavo poco. Ma adesso non ce la faccio più e m’è rimasta questa soluzione. Specie con il covid la situazione è peggiorata.

Tutto è partito dalla separazione: ero sposato con 2 figli, facevo l’autista, e per un po’ anche il commesso in un negozio di alimentari. Quando mi sono separato avevo un’occupazione ma nel 2013 l’azienda è fallita ed è stata la prima volta che sono venuto in OSF. Allora dormii in stazione. Avevo preso un appartamentino all’inizio e ce la facevo con dei lavoretti, anche se saltuari e in nero. Ho fatto anche l’autista di pompe funebri. Sempre e solo lavori in nero.

Quando dopo quell’iniziale periodo tremendo mi sono ripreso un po’, lavoravo fuori Milano a Senago, non avevo l’auto ma ancora mi arrangiavo, riuscivo a essere preciso al lavoro, dopo però si sono trasferiti più lontano ed era un problema perché non era semplice raggiungere il posto ed è andato tutto a rotoli. Ho perso l’occupazione e non avevo più soldi per pagare una stanza.

I miei figli sono grandi, 2 maschi. Di loro non so più nulla. Mi sento male se ci penso, vorrei almeno sapere come stanno ma so che non mi vogliono vedere. Loro dopo la separazione sono andati con la madre. Li ho visti 5 anni fa e poi non li ho più sentiti. La mia non è una bella storia mi sa”.

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