Pubblicato il 28 Gennaio 2021 Sorridente ed entusiasta, Vanessa trasmette tutta l’energia dei suoi 24 anni, due dei quali trascorsi in OSF. È un’assistente sanitaria, ha studiato all’Università degli Studi di Milano e come tirocinio del terzo anno, nel giugno 2018 è stata inviata qui al Poliambulatorio su sua richiesta dopo che Sara e Martina (già dipendenti di OSF) erano state in aula per fare una lezione e raccontare l’impegno di Opera San Francesco.“Mi ha interessato subito l’ambiente del Poliambulatorio: era diversissimo da ciò che avevo visto sino a quel momento. Mi sono innamorata di questo posto immediatamente. Sono di Como e non conoscevo questa realtà ma, dopo la lezione, ho pensato che mi sarebbe piaciuto lavorare qui. Conseguita la laurea, a novembre 2018, ho avuto l’opportunità di farlo: mi hanno chiamato per un colloquio. Da subito, mi ha colpito tanto la modalità di lavoro, soprattutto dello Sportello prevenzione: un luogo dove tutto ciò che avevo studiato si concretizzava. L’assistente sanitario qui fa proprio il suo lavoro: assistenza primaria, secondaria e terziaria con una vastità di utenti di qualsiasi nazionalità e lingua che portano problemi e patologie diversissime. Di conseguenza c’è anche una grande autonomia dell’assistente sanitario.Ora, dopo due anni, sono io che parlo ai nuovi tirocinanti della mia esperienza e racconto loro il mio lavoro e l’entusiasmo che è ancora come il primo giorno”.Nel frattempo tutti siamo stati travolti dalla pandemia e abbiamo chiesto a Vanessa come l’ha vissuta fuori e al lavoro: “Io arrivo da Como tutti i giorni e prendo i mezzi pubblici, quindi sono stata sempre a contatto con molte persone, e forse inizialmente questo mi ha creato un po’ di preoccupazione. Dal punto di vista lavorativo però credo tutto sia stato organizzato abbastanza bene. Qui in ambulatorio abbiamo gestito l’emergenza e sono soddisfatta del lavoro. Certo, la realtà odierna è difficile per tutti quanti ma con le risorse che abbiamo cerchiamo ogni giorno di fare il meglio possibile per noi e per i pazienti.Molti pazienti hanno avuto proprio bisogno di un colloquio per capire cosa stava succedendo: noi vediamo i telegiornali, leggiamo i quotidiani ma loro non possono sempre farlo. Molti non sono informati. Specie all’inizio è stato necessario organizzare dei couselling per insegnare loro come usare la mascherina, perché devono sempre indossarla e tutto ciò che era consigliato fare.Molti pazienti inizialmente avevano paura di venire alle visite prenotate, ma poi, vedendo le misure che abbiamo adottato, si sono tranquillizzati. Abbiamo ripristinato quasi tutti i nostri servizi e specialità, a parte ciò che prevede dei gruppi, come il progetto “Un dentino per amico” di cui sono la referente.In questi giorni ci chiedono quando arriveranno i vaccini per il covid, ma ancora non abbiamo notizie certe. Intanto continuiamo la campagna vaccinale per l’influenza per le categorie fragili e per chi desidera farlo, fino a esaurire le nostre scorte.Sono felice di poter dire che i nostri pazienti sono soddisfatti e lo sono anch’io perché ho una giornata piena e soprattutto mi porto a casa qualcosa”.