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Sorridente ed entusiasta, Vanessa trasmette tutta l’energia dei suoi 24 anni, due dei quali trascorsi in OSF. È un’assistente sanitaria, ha studiato all’Università degli Studi di Milano e come tirocinio del terzo anno, nel giugno 2018 è stata inviata qui al Poliambulatorio su sua richiesta dopo che Sara e Martina (già dipendenti di OSF) erano state in aula per fare una lezione e raccontare l’impegno di Opera San Francesco.

“Mi ha interessato subito l’ambiente del Poliambulatorio: era diversissimo da ciò che avevo visto sino a quel momento. Mi sono innamorata di questo posto immediatamente. Sono di Como e non conoscevo questa realtà ma, dopo la lezione, ho pensato che mi sarebbe piaciuto lavorare qui. Conseguita la laurea, a novembre 2018, ho avuto l’opportunità di farlo: mi hanno chiamato per un colloquio. Da subito, mi ha colpito tanto la modalità di lavoro, soprattutto dello Sportello prevenzione: un luogo dove tutto ciò che avevo studiato si concretizzava. L’assistente sanitario qui fa proprio il suo lavoro: assistenza primaria, secondaria e terziaria con una vastità di utenti di qualsiasi nazionalità e lingua che portano problemi e patologie diversissime. Di conseguenza c’è anche una grande autonomia dell’assistente sanitario.

Ora, dopo due anni, sono io che parlo ai nuovi tirocinanti della mia esperienza e racconto loro il mio lavoro e l’entusiasmo che è ancora come il primo giorno”.

Nel frattempo tutti siamo stati travolti dalla pandemia e abbiamo chiesto a Vanessa come l’ha vissuta fuori e al lavoro: “Io arrivo da Como tutti i giorni e prendo i mezzi pubblici, quindi sono stata sempre a contatto con molte persone, e forse inizialmente questo mi ha creato un po’ di preoccupazione. Dal punto di vista lavorativo però credo tutto sia stato organizzato abbastanza bene. Qui in ambulatorio abbiamo gestito l’emergenza e sono soddisfatta del lavoro. Certo, la realtà odierna è difficile per tutti quanti ma con le risorse che abbiamo cerchiamo ogni giorno di fare il meglio possibile per noi e per i pazienti.

Molti pazienti hanno avuto proprio bisogno di un colloquio per capire cosa stava succedendo: noi vediamo i telegiornali, leggiamo i quotidiani ma loro non possono sempre farlo. Molti non sono informati. Specie all’inizio è stato necessario organizzare dei couselling per insegnare loro come usare la mascherina, perché devono sempre indossarla e tutto ciò che era consigliato fare.

Molti pazienti inizialmente avevano paura di venire alle visite prenotate, ma poi, vedendo le misure che abbiamo adottato, si sono tranquillizzati. Abbiamo ripristinato quasi tutti i nostri servizi e specialità, a parte ciò che prevede dei gruppi, come il progetto “Un dentino per amico” di cui sono la referente.

In questi giorni ci chiedono quando arriveranno i vaccini per il covid, ma ancora non abbiamo notizie certe. Intanto continuiamo la campagna vaccinale per l’influenza per le categorie fragili e per chi desidera farlo, fino a esaurire le nostre scorte.
Sono felice di poter dire che i nostri pazienti sono soddisfatti e lo sono anch’io perché ho una giornata piena e soprattutto mi porto a casa qualcosa”.

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