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Il 5 Dicembre prossimo ricorre la Giornata Mondiale del Volontariato istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1985. Nel mondo operano milioni di organizzazioni e associazioni di volontariato, spesso senza visibilità o prive di una figura giuridica. Il programma di Volontari delle Nazioni Unite (UNV) attesta che 1 persona su 9 nel mondo svolge attività di volontariato, e nei cinque continenti in totale si contano 862,4 milioni di volontari.

All’interno di questa meravigliosa costellazione di associazioni si colloca anche Opera San Francesco per i Poveri con i suoi 1300 volontari attivi e altri 700 che bussano alla porta. 

Quando passo nei nostri servizi prima dell’inizio delle attività, guardo i volti delle volontarie e dei volontari che arrivano e si preparano: provo un profondo senso di meraviglia e di gratitudine, penso di essere spettatore di un evento straordinario.
Il dono dei Volontari in OSF è per me un miracolo quotidiano.
Ogni mattina, di ogni giorno dell’anno, contemplo persone che decidono di “essere artigiani di misericordia: con le mani, con gli occhi, con gli orecchi attenti, con la vicinanza” (Papa Francesco).
Mi stupisco vedendo i loro volti, magari stanchi verso alla fine del servizio, ma contenti!
E mi chiedo: ma chi glielo fa fare? Non prendono un euro e lavorano con lo stesso impegno come se fossero in azienda: perché? Scelgono di servire persone che a volte rispondono male anche a un gesto di gentilezza: perché resistono e continuano?

“Sono convinta che ogni persona meriti sempre un’altra possibilità…”, “Un giorno potrei trovarmi io al suo posto e non vorrei essere guardato come un ratto…”, “È un uomo come me, ha bisogno di sentirsi guardato con rispetto: come faccio a non volergli un po’ di bene?”, “Come fai a non avere compassione di questo povero Cristo?”, “Non ne posso più di arrabbiarmi e aspettare che ci pensino quelli che comandano: ho deciso di fare io, subito, quello che posso per rendere più umana la mia città”, “Vorrei far capire al Mario che trovarsi in difficoltà economica non è un reato e neanche una vergogna: magari riesco a ridargli forza per rialzarsi…”, “Credo che non possiamo abbandonare nessuno nella solitudine o nel degrado: o ci prendiamo cura gli uni degli altri o scoppierà la guerra anche qui”, “Il vero progresso deve far stare meglio tutti, anche chi fa fatica o ha sbagliato: se no che progresso è?”.

Ognuna di queste motivazioni ha il colore degli occhi delle Volontarie o dei Volontari che, insieme ai miei frati, ho l’onore di accogliere e accompagnare in OSF. Sono la nostra passione e la nostra speranza. 

Carissime Volontarie, carissimi Volontari, chiedo al Signore di riempire di gioia e di voglia di vivere i vostri cuori. Nei vostri volti rivedo la tenerezza di San Francesco, il sorriso di Fra Cecilio. 

Vi stimo immensamente, grazie di esistere!

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fra Marcello Longhi

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